La Venere di Botticelli in mostra a Biella

Da Chiara Lorenzetti

Biella, piccola cittadina di provincia, dedita al tessile finché è stato di moda, ora buco nero di una crisi che non cessa e non demorde, ospita un soffio d’arte e di rara bellezza.

Complice il trasferimento dell’opera dalle Gallerie Sabaude, Biella si fregia dell’onore di ospitare nelle sale del Museo del Territorio uno dei bozzetti del più famoso quadro ” La nascita di Venere” esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

La Venere raffigura la splendida effige di Simonetta Cattaneo Vespucci, rappresentata nella sua pudica nudità.
Il suo corpo è armonia pura, il volto delicato e narrante; una linea sinuosa percorre la figura, donandole poesia e quiete. Il fine vestimento, in leggero voille, ricama le nudità e si staglia sul fondo nero in leggerissima fattura.
Il quadro, dipinto ad olio su tela, misura 174 x 77 cm, con cornice dorata a mecca è dipinto nella bottega di Sandro Botticelli.

La Venere mi lascia estasiata. Mi rapisce, tocca parti intime di me, innamora. Sento un forte bisogno di intimità, di silenzio, di buio intorno; un annullarsi del mondo, una bolla di piacere e comprensione. Entro nel quadro, trafitta, spinta, non si stacca lo sguardo dal volto sensuale, gli occhi, i capelli sciolti. E’ un amore carnale, un sentire che muove fili dell’anima e smuove e ritocca e rimodella i pensieri.
Mi fa sorridere pensare che qualche mese fa un bizzarro artista spagnolo di fronte a La nascita di Venere di Sandro Botticelli, si era denudato declamando poesia e gettando petali di rosa in un rapimento estatico. Mi fa sorridere ma lo comprendo, ora che ho vissuto una simile fuga del cuore.

La Venere è esposta nelle sale del Museo del Territorio di Biella dal 30 Maggio al 7 Settembre 2014, con orari alquanto anomali per un’opera di tale caratura:
mercoledì a venerdì  10.00/12.30 e 15.00/18.30
sabato e domenica 15.00/18.30
Pare quasi che si voglia tenere lontano il turista con un orario così ridotto e misero. Possibile che non ci sia personale da investire per un orario più lungo soprattutto sabato e domenica? Come si può gridare alla crisi se poi si compiono gesti così poco propensi a migliorarsi se non addirittura castranti?
La Venere è esposta nelle sale che ospitano il Museo, mescolata ad altre opere. La tipologia di intervento è stata quella della stessa localizzazione temporale, ovvero nella sala delle opere del 1500, ma a mio giudizio, l’unire un’opera così profana alle opere presenti che sono di natura religiosa è un azzardo di accostamento.
Da ultimo ma direi primo, un’opera così bella, pura, unica, così semplice nella sua complessità, abbisogna di un luogo eletto solo per lei. Una stanza vuota, buia, che crei suggestione in chi non riesce a crearsela da sé; un corridoio che generi tensione e pathos, sentimenti di attesa per il dispiegarsi finale del quadro.
Invece, a Biella, la Venere sta nel mezzo di altri quadri, come fosse un semplice quadro, mescolato, persa la sua preziosità.

La_sala_del Museo_del_Territorio_che_ospita_la_Venere

E così occorre maggiore attenzione e cura, una preparazione personale per poter godere una grande opera d’arte.

Ancora una critica? Un pieghevole dell’opera è obbligatorio ma in questa mostra non c’è. Non si può pensare di uscire da una mostra del genere senza un pezzo di carta che ci descriva il quadro; una cartolina, un ricordo. E nessuno che ci dica che poco fuori si può visitare la Chiesa di San Sebastiano, complesso del secolo XVI che ospita tra le altre opere il Polittico dell’Assunta di Bernardino Lanino del 1543.

Chiesa_San_Sebastiano

E’ purtroppo vero: Biella città del tessile e degli imprenditori fa immensa fatica a tentare di essere città di turismo…..

botticelliabiella.it

Chiara

(qui info sulla mostra)


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