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La vera sapienza

Da Alessandra @aluzzingher
La vera sapienzaDalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:
«Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l’intelligenza degli intelligenti».
Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Anche nei cristiani è facile che ci si scandalizzi della Croce. Entrare nella sua logica non è per niente semplice. Eppure, per essere dei veri discepoli di Cristo, bisogna riuscire ad amare la sofferenza. Santa Teresina diceva che è la perla più bella, il tesoro del Re. In fondo basta guardare il crocifisso e ci si accorge che il cammino è molto lungo e che tanti nostri punti di vista che pure ci sembrano cari, per Cristo non lo sono affatto. O meglio, se si vuole essere spose di Cristo, bisogna accettare l’ignominia, l’annientamento. Difficilissimo! Ma non per Dio!

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