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La vera storia del pirata Long John Silver

Creato il 15 maggio 2015 da Misterjamesford
La vera storia del pirata Long John SilverAutore: Bjorn Larsson
Origine:
Svezia
Anno:
1995
Edizione: Iperborea
La trama (con parole mie): il pirata John Silver, detto Long, detto Barbecue, tra i protagonisti de L'isola del tesoro, raccontato attraverso la "sua" penna per quelle che sono state le gesta dell'intera esistenza di uno dei fuorilegge del mare più noti della Letteratura, dalla giovinezza ed i primi incarichi sulle coste britanniche alla schiavitù, dal cervello affilato come un rasoio alle battaglie più cruente, dai viaggi per mare accanto al feroce capitano Flint alla famigerata Isola del tesoro, fino alla vecchiaia passata a ricordare i tempi che furono, e celebrare l'inno alla vita che ha caratterizzato l'intera sua esistenza.Crimini contro l'umanità ed un'umanità fin troppo pronunciata per una delle epopee più ribollenti e vitali raccontate su pagina, dalle Indie ai Caraibi, passando per il Madagascar e l'Africa, in bilico tra Storia e Fiction.
La vera storia del pirata Long John Silver
Chiunque mi abbia conosciuto una volta alle spalle la sbornia adolescenziale legata al mantra "meglio bruciare subito che spegnersi lentamente" sa bene che, quando si parla di esperienza e di esistenza, mi mostro più deciso che mai: non ho alcuna intenzione di morire prima dei centotre anni - almeno - e da qui dovranno venire a strapparmi mentre mi aggrapperò con le unghie e con i denti a qualsiasi cosa avrò davanti in quel momento.
Ho sempre amato vivere, più di ogni altra cosa e da prima ancora di saperlo.
E quanto incontro opere come La vera storia del pirata Long John Silver, non posso che tributare omaggio e rendermi conto di quanto nel profondo siano in grado di toccarmi.Era dai tempi di Barry Lyndon, infatti, che non provavo una tale empatia per un personaggio di fiction.Questo perchè, a prescindere dall'ambientazione piratesca - che comunque mi si conface -, dai crimini, dai luoghi geografici e qualunque cosa ci si possa mettere di mezzo - non ultimo il fatto che, senza ombra di dubbio, John Silver sia l'incredibile, straripante parto della fantasia di Robert Louis Stevenson riportato alla grandezza da Bjorn Larsson, autore di un romanzo che andrebbe assegnato nelle scuole come fratello di sangue del suo Classico predecessore, di cui parlerò domani - ho sentito questo romanzo d'avventura ed il suo spirito sotto la pelle, quanto e più che se l'avessi scritto, e ancora oltre, vissuto per essere raccontato su pagina.In fondo, a prescindere dagli aneddoti e dalle cronache delle vicissitudini di quello che, forse, è il miglior pirata letterario di sempre, dalla gamba amputata e l'origine del soprannome Barbecue ai guanti indossati per evitare di essere riconosciuto come marinaio, la questione è che ho sentito Long John Silver così vicino da essere felice di leggere le "sue" righe come se fossi stato io a metterle su pagina, come se fosse quella la mia vita.Ed è proprio la vita, il cardine dell'intesa che, fin dai primi capitoli, ha reso questa lettura la più straordinaria degli ultimi anni, a dispetto di Nesbo, Lansdale, McCarthy, Winslow e tutti gli autori che ho più amato: se dovessi pensare a qualcosa in grado di toccarmi allo stesso modo, dovrei tornare indietro al Capolavoro Il potere del cane, o a Meridiano di sangue, e non renderei ad ogni modo l'idea.Questo è inequivocabilmente il mio romanzo.John Silver, con la sua strenua volontà di rimanere in vita, sempre e comunque, e vivere il più possibile, è il ritratto dell'umanità che io stesso apprezzo di più, e cerco di applicare alla mia esistenza un giorno dopo l'altro: dagli uomini di saldi principi agli approfittatori, passando per tutti quelli che, purtroppo per loro, non si rendono neppure conto della fortuna occorsa capitando da queste parti per avere l'occasione di intraprendere un viaggio straordinario come quello che tutti noi abbiamo la possibilità di intraprendere, nessuno ha il potere di godersi ogni giorno come gli individui della risma di questo viaggiatore perenne.John Silver è passione, energia, voglia incontrollata di non arrendersi neppure di fronte all'evidenza o alla sconfitta: una voce ed un approccio da inferi ed un sorriso sardonico ed irresistibile pronti ad essere sfoggiati all'occorrenza, una resistenza senza pari, la voglia di compiere sempre un passo oltre, come se ogni giorno fosse una preda da azzannare alla gola, e sfruttare dal primo all'ultimo secondo.Ed io adoro John Silver.Io sono John Silver, se non fosse che, se non all'occorrenza o all'ordine di qualche capitano, lui cerchi sempre di evitare l'alcool, e rimanere lucido abbastanza per cavarsi da qualsiasi impiccio.Come lui, trovo che considerare la vita un peso sia un peccato mortale, così come annoiarsi o ritrovarsi imprigionati dal non fare nulla.Sono un ingordo, un peccatore, uno che non ne ha mai abbastanza.E John Silver è l'emblema di tutto questo.John Silver che preferisce un cappio al collo ma le spalle libere, sempre.Che non si farà mai eleggere capitano, perchè l'unica persona che potrà e dovrà avere il potere di destituirlo deve essere John Silver stesso, e non un consiglio, o un gruppo di possibili avversari assetati di potere e ricchezze, o anche di amici e compagni.John Silver che, come il sottoscritto, si attaccherebbe alla vita con le unghie e con i denti, vendendo cara la pelle come spero un giorno di fare di fronte a me stesso, a chi amo e a chiunque possa o non possa esserci dall'altra parte.Quello che è certo, è che vorrei davvero trovarmi in quello che molti sperano possa essere il paradiso per prendermi gioco di chi pensava che non ci sarei mai arrivato, e di esserci arrivato con tutta la fatica che quelli come questo vecchio cowboy ed il più vecchio e scaltro Long John possono aver compiuto in questo senso.E salutare i beati con una risata beffarda, perchè si troverebbero tra le mani una bomba pronta ad esplodere, il catalizzatore degli istinti più bassi e non dichiarati di ognuno di loro.Quando ho chiuso questo libro ho pensato immediatamente a quanto avrei assaporato ogni parola del post e della recensione, quanto sentita sarebbe stata, quanto incredibilmente importante avrei dichiarato fosse stato questo viaggio: eppure mi rendo conto che non ci sono possibilità di trasmettere quello che La vera storia del pirata Long John Silver mi ha regalato.Perchè questo straordinario romanzo si può soltanto vivere sulla pelle.E condividere e godere a fondo soltanto se, nello spirito, si nutre una sorta di comunione d'intenti con il vecchio Barbecue: che, a ben guardare, è la più semplice del mondo.Vivere.Sempre e comunque.A qualsiasi prezzo.Tranne la libertà.Tranne l'essere se stessi.Tranne godere della vita stessa.Essere i capitani della propria anima, come diceva qualcuno.E non c'è essere al mondo che possa esserlo della mia, se non me stesso.Come di quella di Long John Silver.
E per questo, alzando il calice, propongo un urrà.
Anzi due.
Uno per lui, ed uno per me.
MrFord
"Long John Silver, ring in his ear,he's the hero, make that clear.
Does the same thing his father did,sailing around the Caribbean,robbing kings with his talking parrot,this time I think he's on the high side."Jefferson Airplane - "Long John Silver" - 

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