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La vera storia delle Olimpiadi popolari di Barcelona del 1936

Creato il 22 maggio 2010 da Ciompi

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La vera storia delle Olimpiadi popolari di Barcelona del 1936
La vera storia delle Olimpiadi popolari di Barcelona del 1936
La vera storia delle Olimpiadi popolari di Barcelona del 1936
La vera storia delle Olimpiadi popolari di Barcelona del 1936
La vera storia delle Olimpiadi popolaridi Barcelona del 1936
1928, le città di Barcellona, Berlino e Istanbul pongono la loro candidatura per l'organizzazione dei Giochi Olimpici del 1936. Maggio 1931, la Spagna festeggia l'instaurazione della prima repubblica. Nello stesso momento, il Comitato internazionale olimpico (CIO) si riunisce in Spagna per scegliere la città che accoglierà i giochi olimpici del 1936. Ufficialmente, Berlino è stata scelta per celebrare il ritorno della Germania nel concerto democratico. Ufficiosamente, il barone Pierre de Coubertin ed i membri del CIO sono spaventati dalla massa popolare spagnola "repubblicana e laica".
1933, Hitler vince le elezioni, il nazismo è al potere in Germania. Gli atleti non ariani sono esclusi o rimossi dai loro titoli (1): “Lo sport tedesco è fatto per gli ariani (...) la direzione della gioventù tedesca appartiene interamente agli ariani e non agli ebrei.”
1934, la coppa del mondo di calcio si svolge in Italia. Con la vittoria della squadra mussoliniana, lo sport è diventato uno strumento di propaganda internazionale ed un altro modo di fare la guerra: «È quanto si può fare di meglio senza coltelli e pistole» (H. de Montherlant).
A sinistra, intellettuali e sportivi si mobilitano sin dal 1933, delle manifestazioni importanti si svolgono in Europa e soprattutto negli Stati Uniti (2). Un comitato internazionale per il boicottaggio dei giochi fascisti è creato: il Comitato internazionale per il rispetto dell'idea olimpica. In Francia, la nuova Fédération sportive de gauche [Federazione sportiva di sinistra] (FSGT) lancia lo slogan: “Non un soldo, non un uomo per i Giochi Olimpici di Berlino!”
I giornali sportivi dell'epoca vi dedicano numerosi articoli: «La legge olimpica è violata ogni giorno, nessuna garanzia di libertà è accordata agli sportivi ebrei e cattolici. In queste condizioni, il nostro dovere, così come quello di tutti gli uomini d'onore, è di denunciare vigorosamente le pratiche hitleriane e richiedere il trasferimento dei Giochi in un altro paese» (da Le Sport del 9 ottobre 1935).
Dopo il 1934, per combattere l'ascesa del fascismo, in Europa occidentale le diverse sinistre mettono a punto la strategia del Fronte popolare. I dirigenti dei fronti popolari spagnolo e francese si vogliono alla testa di questa lotta. Sul fronte dello sport, si allacciano contatti tra la FSGT di Léo Lagrange e la Generalità della Catalogna. Parallelamente, Anversa, Praga e alcune altre città tentano, senza successo, di organizzare dei Giochi Olimpici alternativi. Nel 1935, Tel Aviv accoglie i primi olimpionici “ebrei”.
Il 18 febbraio 1936, la vittoria del fronte popolare in Spagna serve da fattore catalizzante. La decisione è presa: delle Olimpiadi Popolari verranno organizzate dal 22 al 26 luglio 1936 a Barcellona, in contrapposizione ai Giochi Olimpici “ufficiali” fascisti di Berlino. Questo annuncio incontra rapidamente un eco considerevole nel mondo dello sport e il fenomeno tocca la stessa Svizzera (sede del CIO). Nel giugno del 1935, grazie all'azione della Fédération ouvrière suisse de gymnastique et du sport, il governo federale Svizzero rifiuta di votare una sovvenzione alla delegazione olimpica che deve recarsi a Berlino… prima di ripensarci su (3). Alla fine, 300 atleti elvetici si recheranno a Barcellona ed alcuni andranno ad integrare il gruppo internazionale della colonna Durruti.
In Belgio, i parlamentari ed il governo sono sottoposti a tensioni sulla partecipazione ai Giochi Olimpici nazisti. In Olanda un gruppo di artisti antifascisti si raggruppa intorno al comitato DOOD (De Olympiade Onder Dictatuur, l'olimpiade sotto la dittatura). Vengono organizzate mostre e spettacoli per il boicottaggio dei Giochi Olimpici di Berlino. In Francia, alla fine di aprile del 1936, la sinistra vince le elezioni e il dibattito riprende: come potrebbe la Francia del Fronte popolare partecipare ai giochi nazisti?
In questo periodo, l'organizzazione delle Olimpiadi popolari di Barcellona prende forma: il 1° maggio, il programma definitivo è reso pubblico ed in giugno il Comitato d'organizzazione di Barcellona lancia gli inviti ufficiali; 34 paesi rispondono favorevolmente. Tutti gli sportivi possono parteciparvi sia individualmente sia delegati dal loro club o dalla loro federazione. Lo stadio olimpico è inaugurato a Montjuich, gli alberghi potranno accogliere più di 6000 partecipanti: sportivi, allenatori e giornalisti. Un inno è composto (servirà più tardi come canto feticcio del 5° reggimento a Madrid). La cerimonia d'apertura è fissata per il 19 luglio!
In Francia, la destra, le leghe fasciste ed il tristemente celebre barone de Coubertin si schierano per Berlino, mentre il Partito comunista, Léo Lagrange e André Malraux sostengono ufficialmente l'iniziativa di Barcellona e del Fronte Popolare spagnolo. Il 4 luglio 1936, le prove ufficiali per le qualificazioni di Barcellona si svolgono allo stadio Pershing a Parigi. Léo Lagrange, segretario di Stato e del tempo libero, presiede queste giornate. Attraverso il loro club, la FSGT o individualmente, centinaia di atleti francesi si iscrivono a queste Olimpiadi antifasciste. Durante la stessa settimana, a Garches (Yvelines), Pierre Cot (ministro dei Trasporti), André Malraux, Léo Lagrange e numerosi dirigenti del Fronte popolare partecipano ad una giornata di sostegno alle Olimpiadi Popolari e per il boicottaggio dei giochi razzisti di Berlino.
Politicamente dopo la sua vittoria elettorale, il Fronte popolare francese giunge al potere, ufficialmente, il 4 giugno. È allo zenit della sua popolarità, portato alla vittoria dagli scioperi con occupazione delle fabbriche del mese di maggio. Le Olimpiadi di Barcellona erano, per i socialisti ed i comunisti, un'occasione per realizzare un enorme colpo di propaganda... senza rischi.
Cosa decide il governo Blum? Innanzitutto, rifiuta le sovvenzioni ai partecipanti ed ai sostenitori delle Olimpiadi di Barcellona. Le spese di viaggio, di albergo, degli allenamenti, i salari (degli sportivi) mancanti saranno a carico delle delegazioni e degli atleti. In seguito Léon Blum iscrive un dibattito all'ordine del giorno dell'Assemblea nazionale la cui maggioranza è dalla sua parte (316 deputati su 618). Il 9 luglio, giorno del voto, nell'emiciclo non mancano i soliti discorsi infiammati: “Andare a Berlino, è accettare una specie di complicità con i carnefici, è porre i ferri ai piedi delle vittime ed è coprire i loro lamenti in coro, con il maestro di cappella del Reich, l'inno alla gloria dello sport”, dirà un deputato comunista. Infine, dopo mezzogiorno, il voto verte sulla partecipazione della Francia ai giochi di Berlino. È senza appello: la destra vota unanimemente a favore e tutta la sinistra si astiene, Partito comunista compreso. Non un deputato di sinistra per votare contro la partecipazione del Fronte popolare ai Giochi Olimpici di Hitler.
Malgrado tutto, sin dal 14 luglio, con navi o treni, gli sportivi di 23 paesi si dirigono verso Barcellona. Treni speciali partono dalla stazione di Austerlitz, quello dei francesi trasporta più di 1200 persone: delegati, famiglie ed atleti. Ogni fermata nelle stazioni serve da pretesto per delle manifestazioni: banderuole, canto dell'Internazionale (4). Gli ultimi partecipanti arrivano a Barcellona il 18 luglio in mattinata. La maggior parte non parla né castigliano né catalano, ma alcuni percepiscono una tensione incredibile.
La notte tra il 18 ed il 19 luglio segna l'inizio del sollevamento militare franchista, i primi colpi di fuoco scoppiano nei punti strategici di Barcellona. Negli alberghi, alcuni sportivi pensano che si tratti di fuochi d'artificio in onore dei giochi! Per tutta la giornata del 19 luglio, se la maggioranza degli sportivi restano nelle loro residenze, altri escono per aiutare il popolo contro l'offensiva dei militari. Alcuni vengono feriti o uccisi.
Il 20 luglio la calma ritorna a Barcellona. I combattimenti per il controllo della centrale telefonica della piazza di Catalogna hanno tagliato tutte le comunicazioni con il resto del mondo. Atleti e delegati scoprono una città in cui il proletariato è uscito vittorioso da un combattimento contro il fascismo. Gli sportivi rifugiati ebrei, antifascisti italiani, tedeschi, austriaci, polacchi, ecc. simpatizzano con il popolo in armi: «Eravamo venuti a sfidare il fascismo in uno stadio e ci fu data invece l'opportunità di combatterlo», commenterà un atleta.
19 e 20 luglio 1936 a Barcellona, dietro le barricate si vedono i manifesti delle prove di ciclismo, di pugilato e delle manifestazioni folcloristiche.
Il 23 luglio, Jaume Miravitlles (5) segretario del comitato esecutivo delle Olimpiadi popolari di Barcellona, annuncia ufficialmente l'annullamento dei giochi. Il 24 luglio, le prime colonne dei miliziani partono per liberare l'Aragona. Molti sportivi antifascisti vogliono recarvisi anche loro!
Per fortuna il Fronte popolare vigila. Viene impartito l'ordine alle delegazioni di ritornare immediatamente, due navi passeggeri partite da Marsiglia raggiungono Barcellona. I capi della delegazione francese esigono che TUTTI i francesi rientrino immediatamente, gli sportivi francesi sono relegati nei loro alberghi. Il governo Blum chiederà loro 150 franchi per “le spese di rimpatrio”. Bisogna ammettere che socialisti e comunisti hanno dei buoni motivi per essere turbati: molte centinaia di uomini e donne membri delle delegazioni olimpiche avevano già preso parte e dato il loro sostegno alla rivoluzione che si andava sviluppando e molti di loro decideranno di rimanere in Spagna.
Emmanuel Mincq, calciatore ebreo polacco di Anversa, raggiunge la Colonna Thaelman, diventando in seguito uno dei dirigenti della Brigada Dombrosky. Mincq resta in Spagna sino al febbraio 1939. In Francia, farà il giro dei campi di detenzione della Linguadoca (Argeles, Vernet, Gurs, ecc). Riuscirà ad evadere per raggiungere la resistenza. Alcuni sfileranno sul Paseo de Gracia con la colonna Durruti. Altri ancora, partiti in macchina verso la frontiera francese, integrano le colonne del POUM e soprattutto quelle della CNT (la colonna Ortiz) come, ad esempio, la francese Carmen Crespo che muore in autunno durante l'assalto del Monte Pelado.
Il 19 luglio, il Presidente della Repubblica spagnola Giral rifiuta di armare l'UGT e la CNT e, al tempo stesso, per salvare la repubblica spagnola chiede un aiuto militare urgente a Léon Blum, che rifiuta. Poco dopo, il Fronte popolare continuerà la sua “coraggiosa” politica di "non intervento" chiudendo la frontiera, rinunciando alle consegne di armi a favore del Fronte popolare spagnolo e proibendo a Lluis Companys di partecipare ad un incontro unitario a favore della Spagna repubblicana.
Mentre Hitler e Mussolini consegnano cannoni, carri armati e uomini a Franco, Blum offre delle ambulanze alla Spagna antifascista e proibisce il passaggio dei volontari internazionalisti.
Nel frattempo, il 9 agosto del 1936, si svolge la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Berlino, le delegazioni americane ed inglesi volteranno ostentatamente la testa passando davanti alla tribuna in cui troneggia Hitler. Il Fronte popolare richiederà agli atleti francesi di sfilare “a braccio teso” per salutare la tribuna fascista, in breve, l'ordinaria prassi socialdemocratica.
Alcuni sportivi si pentirono di questo comportamento: «I nostri dirigenti hanno capitolato davanti ad Hitler, avevano paura! All'epoca non avevo una maturità politica sufficiente» confessa un membro della FSGT. «Quei quattro giorni (a Barcellona) mi hanno portato ad una presa di coscienza politica. Nel 1938, quando la sconfitta repubblicana divenne inevitabile provammo la sensazione di essere stati dei traditori, sensazione che ho sempre conservato in fondo a me», dichiarerà E. R.. un giocatore di basket francese.
Wally Rosell
(Articolo apparso in Le Monde Libertaire, estate 2006)
Note
(1) Erich Seelig fu l'esempio più noto, l'associazione di pugilato tedesca lo espulse nell'aprile del 1933. Riprese, più tardi, la sua carriera di pugile negli Stati Uniti.
(2) Il congresso ebraico americano, ma anche le organizzazioni di sinistra come i lavoratori ebrei. Una petizione per il boicottaggio raccoglie più di 500 mila firme e le manifestazioni diverse centinaia di migliaia di persone.
(3) La sessione estiva del parlamento rifiuta di votare una sovvenzione di 36.000 franchi svizzeri al dipartimento militare.
(4) Come accade spesso, anche in quest'occasione le parole sono adattate per il boicotaggio e lo sport.
(5) Sarà membro del comitato delle milizie antifasciste di Barcellona e commissario alla propaganda della Generalità di Catalogna tra il 1936 ed il 1939.


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COMMENTI (1)

Da Ario Libert
Inviato il 13 giugno a 15:34
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Gentilissimo blogger, non mi dispiacerebbe che lei indicasse il blog da cui ha tratto questo importante post, i suoi lettori potrebbero trovare altro a cui interssarsi grazie.