La notte di San Lorenzo è la classica notte di mezza estate, dal sapore vagamente shakespeariano. Una notte magica, aggettivo spesso e volentieri dedicato all’immaginario estivo. Ogni anno milioni di occhi vengono infatti calamitati in direzione del firmamento, incantati e assuefatti dalla tradizione e bramosi di dar la caccia ai propri desideri “cadenti”, che sembran quasi apparecchiati per essere colti al volo.
Il Macbeth di William Shakespeare
Lo stesso Shakespeare nel Macbeth ricorda che «Nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro desiderio è appagato senza gioia. Meglio essere ciò che distruggiamo, che inseguire con la distruzione una dubbiosa gioia», calcando la mano sul tema della tensione irrisolta, che è l’autentica miccia per far detonare illusioni. Ancor più duro Schopenhauer, che auspicava la scomparsa di ogni desiderio come ottimo viatico per guarire dall’infelicità, per lui elemento cronico nell’esistenza. Insomma, potremmo definire la notte di San Lorenzo come festival delle illusioni, o sagra della speranza. Dipende tutto dall’accezione che ha preso la nostra visione della realtà, quella della prospettiva, quella dell’auspicio, e quella dell’irrealizzabile.
“Il Martirio di San Lorenzo” di Tiziano
Secondo la tradizione religiosa, durante la notte del 10 agosto siamo pronti ad accogliere le lacrime di San Lorenzo martire, diacono ucciso nel 258 d.c. dalla persecuzione di Valeriano e sepolto dal III secolo nell’omonima basilica romana. Amministratore di beni ecclesiastici, uomo estremamente caritatevole, all’età di 33 anni venne probabilmente decapitato, anche se esiste e persiste la leggenda del suo martirio sulla graticola (tant’è che le stelle cadenti vennero identificate anche come “fuochi di San Lorenzo”).
10 agosto 1792, assalto alle Tuileres
Dal punto di vista storico poi, il 10 agosto ha sempre regalato momenti piuttosto significativi: nel 1792 in Francia avvenne la presa del Palazzo delle Tuileres, dove il Re di Francia si era rifugiato dall’inizio della Rivoluzione. Questo segnò l’avvento della fase più cruda degli eventi, quella contrassegnata dal Regime del terrore. Nel 1893, nell’Italia giolittiana, venne promulgata la legge bancaria che segnò la nascita della Banca d’Italia. Questa legge fu di fondamentale importanza perché «ridefinì il sistema della circolazione cartacea, che venne basato sulla copertura metallica dei biglietti (più precisamente: del 40 per cento di essi) e su un limite di emissione assoluto; pose le premesse per il risanamento degli istituti di emissione; avviò il processo di transizione verso una banca di emissione unica; introdusse norme che ponevano la tutela dell’interesse pubblico al di sopra delle esigenze di profitto degli azionisti (esempio: approvazione governativa sia per la nomina del capo della Banca – allora era il Direttore Generale – sia per le variazioni del saggio di sconto)».
10 agosto 1944, la strage di piazzale Loreto
Nel 1944, a Milano, il 10 agosto vide consumarsi la Strage di piazzale Loreto, in cui quindici partigiani vennero fucilati dalla Legione autonoma Ettore Muti (commando appartenente alla Repubblica Sociale) su ordine dei nazisti, ed esposti al pubblico ludibrio. Data sontuosa, ispirò anche Giovanni Pascoli che, con il titolo “X agosto”, volle dedicare una delle sue poesie più famose alla morte del padre, avvenuta proprio in quel giorno. Nell’opera, il poeta identifica il firmamento del 10 agosto come un grande pianto di stelle, sottolineandone la natura malinconica, e rivolgendosi direttamente al Santo: «San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla».
Insomma, che non sia un giorno come tutti gli altri, appare chiaro. Il 10 agosto ci attende anche quest’anno per fare i conti con il cielo, la casa delle brame irrealizzate e delle speranze più o meno vane, nonostante la metafora del desiderio si incastri perfettamente con l’epopea delle Perseidi, che son rocce nello spazio pronte a sgretolarsi al contatto con l’atmosfera: come se si distinguesse la possibilità in cui tutto ha forma e consistenza, dalla realtà in cui le speranze possono sgretolarsi. Tuttavia, l’importanza del desiderio non è la
sua realizzazione, ma la luce che dona la possibilità di continuare il percorso, senza fermarsi. E chissà se in questi tempi di buio, le luminose lacrime serviranno ad indicare la via. Perlomeno, quella interiore.
(Pubblicato su Gli Altri Settimanale del 10 agosto 2012)