Il presidente del Consiglio sig. dott. Mario Monti oggi ci viene a dire che "l'unica ragion di Stato è la verità", proprio lui che in virtù delle sue prerogative presidenziali (chi ne sa di diritto mi corregga se sbaglio) potrebbe far luce sui tanti misteri d'Italia scoperchiando il vaso di Pandora dei segreti di Stato. Sono ad esempio secretate dagli omissis le stragi di Portella della Ginestra, della stazione di Bologna, dell'Italicus e di Ustica, il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro, il rapimento dell'imam Abu Omar, il caso Toni-De Palo, gli omicidi di Nino Agostino e Emanuele Piazza, perfino i lavori che B. ha fatto eseguire a Villa Certosa (eh??). Sono ancora avvolti nel mistero gli omicidi di Falcone e Borsellino, la stagione della trattativa e degli attentati del '93, la sparizione dell'agenda rossa, le stragi di Piazza Fontana, Piazza della Loggia, gli affari Calvi e Sindona, l'attentato a Mattei e tanti altri casi rossi di sangue. Quando mai ce l'hanno detta la verità su tutto questo? Noi chiediamo con la testardaggine di chi vuol dir la propria e con l'urticante dubbio di chi dispera di ottenere un qualsivoglia riscontro che sia fatta giustizia di 66 anni di contraddizioni. Nel farlo non ci sentiamo di fare retorica complottista e non dimentichiamo che l'Italia è anche altro: ricordiamo però quello che ci sembra necessario perchè questo disgraziato e dissennato paese possa in futuro conoscere un grado di più limpida civiltà. Proprio nel mese corrente ricorre un altro anniversario, quello della prima strage dell'Italia repubblicana, che colpì la Sicilia in occasione della Festa dei lavoratori nel maggio del 1947. Ovviamente mi riferisco a Portella della Ginestra: ancora oggi ne conosciamo soltanto gli esecutori materiali e non i mandanti. Falcone è morto anche perchè tentava di far combaciare pochi dei milioni di tasselli che compongono il mosaico nero della nostra storia recente.
Noi esortiamo ciascun cittadino a ricordare e a porsi e porre domande. Lo facciamo ingenuamente, alla luce delle ennesime e vane parole di commosso e posticcio ricordo che a larghe tese sono sparse ovunque e comunque su tutti i mezzi di comunicazione, parole pronunciate da una classe politica distante come mai prima d'ora dalla più vaga idea di coerenza e limpidezza.
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