Il capitale ha bisogno di ritrovare il profitto e per farlo, oltre alla guerra e all'aggressione imperialista, non conosce altro modo se non abbassare il costo del lavoro e mortificare i lavoratori per renderli mansueti e sottomessi. Con il governo Monti è iniziato il vero e proprio attacco frontale ai diritti di chi lavora: la riforma Fornero ha disinnescato la forza di tutela dell'Art. 18. Ma è con il governo Renzi che l'Italia sta davvero cercando di portare a compimento 'quello che ci chiede l'Europa'.
Il governo di centro sinistra, pienamente responsabile dal punto di vista politico, dopo anni di vuoto 'antiberlusconismo', ora si trova a gestire la crisi e solo l'abbattimento dei diritti e del costo del lavoro (accompagnati da una forte pressione da parte dell'alto livello di disoccupazione- esercito industriale di riserva) e la privatizzazione e mercificazione degli spazi pubblici può salvare il capitalismo europeo, impostandone una nuova e più efficace divisione del lavoro interna. A questo serve la legge di stabilità, che rappresenterà il sostanziale ritiro dello Stato dalla gestione dei servizi pubblici fondamentali.
A questo serve il Jobs Act, che livella verso il basso i diritti e cerca di spezzare il fronte dei lavoratori contrapponendoli gli uni agli altri: i 'garantiti' contro i non 'garantiti'.
Per questo il Partito Democratico, sia di maggioranza che di minoranza, è il principale nemico dei lavoratori oggi: il PD rappresenta il motore politico a servizio degli interessi del capitale che, ora ci è di nuovo chiaro, sono contrapposti e inconciliabili con quelli del lavoro e dei lavoratori.
In questi mesi i maggiori sindacati hanno finalmente indetto una giornata di sciopero generale perché si sono visti estromessi dai tavoli di concertazione ai quali erano abituati. Questo è un altro segno di una realtà che sta cambiando radicalmente e che lascia nelle mani dei lavoratori solo più uno strumento, quello della lotta.Occorre infatti partire dallo sciopero generale per costruire un fronte contro il PD e i suoi servi. Un fronte dichiaratamente dalla parte del lavoro che denunci la contrapposizione e inconciliabilità degli interessi in campo. Occorre pensare ad un nuovo tipo di democrazia, che riparta dai luoghi di lavoro e che venga garantita a tutti i lavoratori. Occorre prepararsi ad uno scontro frontale con chi è al governo e con tutti quelli che rappresentano gli interessi del capitale che, sfruttando la crisi, cerca di riportare indietro la Storia di un centinaio di anni.