Pubblico qui un video che si trova su you tube con un'intervista del 2011 a un magnaccia romano che gestisce la prostituzione di un centinaio di donne e ragazze italiane, studentesse e casalinghe e che ha iniziato, a suo dire, dagli anni dell'Università.Lo pubblico non per dare alcuna credibilità a quello che dice questo personaggio, ma per far riflettere su come il linguaggio usato non sia altro che quello mainstreaming parlato dai mass-media: le ragazze sarebbero "imprenditrici di se stesse" che con lui hanno un "normale rapporto d'affari", sarebbero loro a darsi da fare per entrare nel giro, per loro sarebbe un divertimento, e contemporaneamente vengono dipinte negativamente come ragazzine che pensano solo all'ennesimo vestitito firmato e che "non hanno voglia di lavorare". In futuro potranno fare altro, aggiunge, una cosa non esclude l'altra. Tutto a posto, quindi! In conclusione dice che il caso Ruby è stato un gigantesco spot mediatico per lui, che - poverino - non può farsi pubblicità.
Ci vuole poco per grattare le mistificazioni del discorso di questo signore che tranquillamente potrebbe essere uno di coloro che sono implicati nel giro di prostituzione minorile romano di cui parlano le cronache di questi giorni e che coinvolge come clienti persone molto in alto.All'inizio dell'intervista il signore racconta che per "testare" la ragazza (visto che "i miei clienti sono il patrimonio più importante", testualmente, "devo vedere se effettivamente regge") la porta in un privé, dove "le molla" con una quarantina di single che le saltano addosso e lei "ce deve sta''" (testuale). Se regge, allora può fare di tutto. Non c'è neanche da commentare questa "iniziazione" che ricorda quella che subiscono le ragazze vittime di tratta spesso violentate per spezzarle e vincerne la resistenza. Poi ammette che, se fanno più appuntamenti al giorno (ed è lui che combina loro gli appuntamenti per sua stessa ammissione!)vanno in depressione e, dopo aver detto che le ragazze non hanno voglia di lavorare, dice che quando va male lui guadagna 30mila euro al mese: fare il pappone è invece lavorare sodo, si sa! Interessante, visti gli sviluppi del caso romano in cui risultano coinvolti tre funzionari della FAO, che il magnaccia dica che quando c'è l'assemblea della FAO c'è il "picco dei picchi" e "non bastano mai le ragazze".
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