La versione di Alfano

Creato il 30 ottobre 2014 da Alessandromenabue
Oggi Angelino Alfano riferirà in Parlamento in merito alle manganellate inferte ieri dalla polizia ai lavoratori della Ast di Terni che a Roma esercitavano quello che pare essere sempre meno un loro diritto: manifestare. Non è ancora dato sapere quali motivazioni Ancellino addurrà per giustificare quanto accaduto e francamente, giunti a questo punto, c'è da dubitare che a qualcuno possano minimamente interessare i suoi alibi. Alfano è ministro dell'interno da un anno e mezzo, prima con il governo Letta e ora con Renzi. E' vero che celare la propria inettitudine imbucandosi tra le fila di una compagine di inetti dovrebbe garantire un ampio margine di mimetismo, ma in questi mesi Angelino ha collezionato più errori di John Locke in Lost: se ti abboni allo svarione è chiaro che prima o poi qualcuno ti sgamerà, anche se cerchi di confonderti tra gli Orlando e le Pinotti. La bufera scatenata dalla vicenda Shalabayeva, le polemiche sugli scontri in occasione della finale di Coppa Italia Napoli - Fiorentina che hanno portato all'uccisione di Ciro Esposito, le improvvide dichiarazioni sull'arresto di Massimo Bossetti (il presunto assassino di Yara Gambirasio). E poi la famosa uscita sugli ambulanti stranieri, forse meno grave degli altri fatti ma profondamente indegna per un rappresentante delle istituzioni: "Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu cumprà." Qualcuno avvisi Ancellino che ci sono anche milioni di cervelli di italiani stanchi di essere insolentiti da orde di cazzate fotoniche. Infine il bruttissimo episodio di ieri. Questo pomeriggio, prima al Senato e poi alla Camera, andrà in onda la versione di Alfano. Si consiglia di tenere pronti i popcorn. Forse il nostro amico Angelino (che Paolo Conte abbia pietà) racconterà che è tutta colpa del prefetto, o di qualche sbirro troppo zelante, oppure dei facinorosi lavoratori della Ast. Forse rivelerà che l'ordine è stato impartito direttamente dalla vergine di Medjugorje. Poco importa. Il punto è che è giunto il momento di stabilire fino a quando un uomo di provata inadeguatezza può ricoprire un incarico palesemente improbo per le sue capacità. Qualcuno - magari chi lo ha confermato come ministro dell'interno - dovrebbe finalmente spiegarlo agli italiani. In un paese normale chi è stato cagione di tanti danni per il proprio paese si sarebbe o sarebbe stato dimesso. Non sarà mai troppo tardi per spedire Angelino a casa a coltivare ortensie. Magari accompagnato da chi, per pura convenienza politica e con evidente disinteresse per il bene del paese, lo ha piazzato su quella poltrona.

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