Ieri sera un appuntamento attesissimo: la VFNO di Firenze.
Io devo dare un giudizio ambivalente su questa seconda edizione fiorentina. Da un lato, come l’anno scorso, c’erano zone molto caotiche e affollate: si trattava di quelle con i testimonial, gli omaggi e gli happening dedicati al divertimento e non assolutamente inerenti con la moda. Questo mi fa pensare che anche questa volta il tema non sia stato centrato.
D’altra parte c’erano le zone tranquille e davvero interessanti, ed erano… proprio le boutique. Io ho apprezzato molto il poter girare di sera e vedere prodotti nuovi ed edizioni limitate, e anche il fatto di poter scoprire nuovi brand e negozi che di giorno si è troppo impegnati per visitare a dovere. Ho fatto acquisti e ho ricevuto in omaggio dei cosmetici da provare. Come me, anche altre persone partecipavano con l’intento di vedere e comprare in modo diverso e un po’ più tranquillo ed esclusivo. Francamente credo che lo spirito dovrebbe essere questo, e non il trascinarsi in giro alla caccia del bicchiere di spumante o del posto per passare la serata.
Vorrei dare qualche personalissimo voto.
La limited edition che ho preferito: il berretto di lana di Luisa Spagnoli, in linea con il brand, in colori delicati e a un prezzo accessibilissimo.
Il cocktail migliore: l’analcolico di CarlaG
Il food migliore: il risotto al nero di seppia di Swatch.
Stamattina ho letto il servizio de La Nazione: ho ascoltato alcune interviste e trovo veramente triste che una “fashion night”, come viene definita, possa esser considerata “positiva” solo in base alla massa degli intervenuti.
Voglio dire, a parte bere a scrocco, queste persone avranno comprato?
A NY hanno eliminato il progetto per via dei mancati introiti delle boutique. Questa gente ha solo bevuto oppure per davvero ha interesse per la moda? Ne avevamo parlato anche qui.
Oltretutto qui viene presentata come una pagliacciata carnevalesca. In effetti per certi versi lo è stata. I personaggi in costume non mancavano. Ma che senso avevano?
Il servizio de La Nazione (in Italian)
ENG
Last night I’ve been at very much awaited event: the VFNO in Florence.
I have to say my opinion on this second edition of Florence is “doubled”. On the one hand, like last year, there were very overwhelmed and crowded areas : they were the ones with the testimonials, giveaways and happenings dedicated to having fun and absolutely not related with fashion. This makes me think that this time the aim of the event was not completely understood.
On the other hand there I saw the quiet and really interesting areas, and they were … well, the boutiques. I enjoyed the fact of being able to go around in the evening and see new brands and stores and the limited editions, because you can discover new brands and shops that during the day you are too busy to visit properly. I had some shopping and I received complimentary testers to try. Like me, other people also took part to the VFNO with the same intent to see and buy things in a different way, in a little more exclusive and quiet way.
To be honest, I think this should be the spirit, and not going around to the hunt for the glass of sparkling wine or the “right” place to spend the evening.
But now, I would like to give the boutiques some marks!
The limited edition which I like best : the wool cap from Luisa Spagnoli, in step with the brand, made in soft colors and a price readily accessible .
The best cocktail: the drink from CarlaG
The best food: risotto from Swatch.
This morning I saw the report of La Nazione: I listened to the interviews and I find really sad the fact that a “fashion night”, as they call it, may be regarded as “positive” only according to the big amount of people going around.
In NY the VFNO project has been deleted because of the low revenue of the boutiques. Do the people I saw yesterday evening have been around only for drinking or do we have to think they really were interested in fashion? Here my old blog post on this topic.
Besides, in this video the VFNO is described as a funny masquerade. In fact in some ways it was. People in costumes everywhere, but why?