Ognuno comincia, prima o poi, a trovare la sua «via»,
cioè la sua personale direzione nello scoprire,
nel decidere, nel desiderare.
Ma la perde subito, se pensa di averla capita,
di averla ben chiara davanti a sé.
Una «via», infatti, modifica continuamente chi la percorre.
A ogni passo lo sorprende: gli cambia il mondo.
Così, paradossalmente, si è davvero su una «via»
quando si sta andando verso non si sa dove,
fiduciosamente,
e tutto intorno ti aiuta ad andare sempre oltre.
È ovvio che occorre coraggio.
E il coraggio ogni tanto è difficile,
ma è molto meglio della rabbia sorda di chi si è fermato
o si è perso
e non lo sa
e litiga per aver ragione,
perché ha paura.
Igor Sibaldi
Viene descritto bene lo stare nel flusso, non ha più senso quindi arrivare alla meta ma la meta diviene il viaggio stesso, l'esperienza, lo stare lì, la presenza.Qualcosa viene trasmutato attraverso l'essere semplicemente presente e sveglio.
Non esistono più scelte sbagliate o giuste, non c'è un punto di non ritorno, c'è solo l'alternativa che si modifica ancora per offrire nuove visioni, nuove aperture, è una crescita comunque, sempre.Non può accadere che uno si sbagli perché l'errore diviene inconcepibile all'interno di una struttura esperienziale, tutto è solo prova, percorso, scoperta.Un accorgersi delle innumerevoli potenzialità dei nostri desideri, del nostro profondo.E' quello che sta accadendo a tutti ormai, non c'è nessuna sicurezza c'è solo un andare.Quelli che consapevolmente se ne sono resi conto affrontano tutto ciò con lo spirito dell'avventuriero, quelli che non sono consapevoli di ciò passano la vita a scappare da loro stessi impauriti. E' solo una questione di punti di "vista" o meglio: c'è chi vede e chi no.La grande chance che questa situazione ci offre è quella di poter essere finalmente noi stessi alla massima potenza. Dopo aver passato la vita a pianificare di compiacere tutti stando male, ora abbiamo la possibilità di toglierci la pelle d'asino e mostrare la nostra principessa a tutti con la pace nel cuore di chi sta imparando a scegliere per sé.Non si dovrebbe aver paura di mostrare la verità, perché lo scopo ultimo della verità è quello di essere rivelata, noi siamo i portatori della verità, ognuno di noi con il suo dono sta dando modo al mondo di co creare una realtà altra: autentica, coraggiosa, bella.Fintanto che non sappiamo qual'è il nostro dono giriamo in tondo alla ricerca del tesoro nascosto che ci renderà ricchi. Si! Perché quel dono è l'unico che applicato ci aprirà le porte della ricchezza: attiri ciò che sei, chi sei? Cosa sei venuto a fare? Quando eravamo piccoli lo sapevamo ma ce ne siamo dimenticati.Nella spontaneità del bambino, la verità del suo talento affiora. Quei primi anni di vita sono quelli in cui il Divino potenziale si esprime per concretizzarsi nel cammino dell'adulto. Se questo viene rimosso, dimenticato, passiamo la vita a soffrire perché non riusciamo a capire quale spazio è il nostro di diritto, quale il nostro scopo, la nostra missione, il nostro regalo da portare all'umanità.
Quella donna guardandomi con i suoi occhi azzurri mi disse:
"Non farti scudo della aggressività per difendere la tua gentilezza che senti usurpata.
Essa ha in realtà un potere più grande del ferire: guarisce.
Il tuo dono è quello di trasmettere la conoscenza,l'insegnamento è la tua via. Insegna agli altri quello che hai imparato, quello che nel cuore senti di poter far uscire dalla voce, dalle mani..."In quel momento ebbi un ricordo che avevo sepolto nel dimenticatoio delle aspettative altrui;Avrò avuto sei anni e "insegnavo" alle piante sul balcone: trasmettevo loro quello che durante la giornata avevo imparato.Mi resi conto che facevo questo da piccola, che ero in realtà un canale, sono sempre stata un canale di trasmissione e all'altro facevo arrivare sempre il messaggio più giusto per lui o lei in quel momento.
Avevo ritrovato il mio spirito gemello: quello per cui le persone vanno girando tutto il mondo, la loro missione, il loro dono da portare nel mondo.
Mi sentii in pace, come se un pezzo di me si fosse ricongiunto dopo tanto tempo.Sapevo ora cosa ero venuta a fare qui, il talento è qualcosa che non si sforza di venir fuori, c'è, è come l'amore, c'è sempre anche quando credi che non ci sia, hai solo una benda sugli occhi.Non puoi più sbagliare quando sai cosa sei venuto a fare, capisci che non ha importanza quel lavoro o quell'altro, capisci che ha importanza solo che tu faccia la tua parte e scelga ciò che ti rende felice, che se non senti dentro niente, devi dirigerti altrove. Comprendi anche che le persone che ti hanno ferito lo hanno fatto per il tuo bene per poterti spingere ad essere te alla massima potenza, ad essere colui/colei che eri destinato/a ad essere, alla forza che ora ti apre tutte le porte, alla fiducia che ti rende leggero e semplice ogni passo, che armonizza il tutto e ti nutre con tutto ciò di cui hai bisogno al momento giusto.Capisci che non servono più giustificazioni perché non c'è più nessuno da compiacere e aprendo le braccia ti apri all'Universo nell'umiltà della tua verità.In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10.12-14
Siate come bambini che non si stancano di chiedere quello che vogliono con tutta l'anima e non scendono a compromessi perché non hanno alcuna paura!