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La Via del Pavone: l’abbiamo persa!

Creato il 11 dicembre 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

di Claudia Santonocito

Cosa c’è di meglio che rincorrere un pavone per Roma in un’afosa giornata estiva? Se poi consideriamo che il pavone appartiene alla tua altezzosa quanto insopportabile suocera che te l’ha lasciato in custodia durante le vacanze estive che lei trascorrerà con tua moglie, non si discute, devi assolutamente riacciuffarlo. Si presterebbe ad essere un’ottima trama per un film ciò che accade all’architetto di interni Campennì, il protagonista de La via del pavone di Alessandro Schwed (Mondadori nella collana Libellule), che è costretto a mettere da parte la sua pigrizia e il suo odio per gli ambienti “esterni” e correre come un pazzo dietro al tram numero 3 sul cui tetto il pavone dà bella mostra della sua coda. Il romanzo si svolge principalmente in un’unica giornata di mirabolanti avventure che dalla mattina fino a notte fonda vedono l’architetto impegnato nell’inseguimento e nella ricerca del pennuto. Non mancano corse sui tetti, equilibrismo sui ballatoi, poliziotti curiosi e strani ristoratori, bugie a raffica, senza contare l’arrivo del figlio “errore di gioventù” tenuto nascosto alla suocera da vent’anni. Fanno da contorno una serie di personaggi mirabolanti anche loro, dalla vecchina empatica con gli animali al classico romanaccio (un generosissimo centurione per turisti di stanza ai Fori Imperiali), e tutti cercheranno di aiutare il povero architetto. Chiaramente l’epilogo finale sarà inaspettato, quanto spassoso.

La Via del Pavone: l’Abbiamo Persa!

L’autore mezzo italiano e mezzo ungherese Alessandro Schwed, noto anche con lo pseudonimo di Jiga Melik, è riuscito a tessere una trama piacevole e allo stesso tempo divertente utilizzando degli espedienti come la rapidità dell’azione e le scelte linguistiche un po’ “popolari” che il lettore-tipo italiano è capace di apprezzare. È grazie ad una scrittura pulita ma allo stesso tempo un po’ buffa, dialoghi ironici e coloriti con quel tocco di dialetto romano – che, ammettiamolo, piace a tutti – che il lettore si perde piacevolmente tra i tetti e i vicoli della Città dei Cesari. La caccia al pavone diventa un pretesto per affrontare temi abbastanza quotidiani e comuni in cui tutti ci riconosciamo facilmente. Un protagonista un po’ ingessato e poco incline al prossimo, una suocera rompiscatole, una moglie apprensiva, un figlio ancora da scoprire, sono tratti riscontrabili in ognuna delle nostre vite, certo, magari non tutti insieme. Un libro sicuramente gradevole, di facile lettura, che forse voleva avere una presunzione di fondo, quella di lasciare una morale, di voler avere un’evoluzione nel finale. Ammetto di averci pensato, probabilmente perché siamo ormai troppo abituati a cercare significati nascosti in tutto quello che vediamo e leggiamo. Nel nostro caso potremmo ipotizzarla facilmente, soprattutto nella parte finale: i giorni passano, succede sbiaditamente questo e quello, arriva la suocera, avvenimento improvviso, battute finali, morale, fine. Ma io stavolta ho voluto leggere con la semplicità che la storia mi ha trasmesso, sorridendo delle vicissitudini e dei buffi personaggi. Per una volta mi sono goduta la storia, senza troppe pippe mentali…

La Via del Pavone: l’Abbiamo Persa!

 


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