Castellari, da molti definito "il muscolo del cinema italiano" o "il Don Siegel italiano", è qui alle prese con il traffico internazionale di droga, che poi altro non è che la versione cacio e pepe di The French Connection. Dall'incipit iniziale tra Honk Kong, Colombia, Amsterdam, New York, uno ci si aspetta un film di ampio respiro internazionale in giro per il mondo, e invece è tutto ambientato a Roma. Ma questo non è detto che sia un fattore negativo, Castellari ci mostra una Roma metropolitana, delle borgate, delle periferie, dei cantieri e solo qualche scorcio delle varie rovine, che circondano la capitale. Testi è il protagonista assoluto, come spalla abbiamo il grandissimo Hammings, più tutta una serie di cascatori. Il film è un tripudio di inseguimenti (in macchina, in moto, in aereo, a piedi), sparatorie, corpi che cadono da qualsiasi parte, insomma un vero e proprio action, come solo Castellari sapeva fare in Italia. Il tema della droga è molto blando, si fa vedere qualcosina: come il tossico che si buca, oppure la mamma che va a comprare la dose per la figlia, ma niente è mai approfondito... e in effetti poco importa per questo tipo film. Non manca neanche una scena lesbica, tanto per gradire! Le musiche, la cosa migliore del film, sono firmate Goblin, e da sole valgono la visione.Due cosette sono veramente degne di nota:1) Il look di Testi (che non cambia mai durante tutto il film!). Come potete notare è di un truzzo di alta classe.Maglietta rosa con collo slabbrato, pantaloni jeans attillatissimi, stivali color marroncino chiaro rigorosamente sopra i pantaloni, giacca sempre in jeans, con orribile scritta "Matt" sul retro, con bel nastro rosso come cinturino, e infine un bel berretto con visiera, non ben identificato ma molto probabilmente è il modello "da Astronauta".2) Il buon Testi che corre come un matto per il 90% della pellicola... della roba che manco in tutti i film di Muccino messi insieme. Il punto due, per fattore sudore, è strettamente correlato al punto uno.
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Castellari, da molti definito "il muscolo del cinema italiano" o "il Don Siegel italiano", è qui alle prese con il traffico internazionale di droga, che poi altro non è che la versione cacio e pepe di The French Connection. Dall'incipit iniziale tra Honk Kong, Colombia, Amsterdam, New York, uno ci si aspetta un film di ampio respiro internazionale in giro per il mondo, e invece è tutto ambientato a Roma. Ma questo non è detto che sia un fattore negativo, Castellari ci mostra una Roma metropolitana, delle borgate, delle periferie, dei cantieri e solo qualche scorcio delle varie rovine, che circondano la capitale. Testi è il protagonista assoluto, come spalla abbiamo il grandissimo Hammings, più tutta una serie di cascatori. Il film è un tripudio di inseguimenti (in macchina, in moto, in aereo, a piedi), sparatorie, corpi che cadono da qualsiasi parte, insomma un vero e proprio action, come solo Castellari sapeva fare in Italia. Il tema della droga è molto blando, si fa vedere qualcosina: come il tossico che si buca, oppure la mamma che va a comprare la dose per la figlia, ma niente è mai approfondito... e in effetti poco importa per questo tipo film. Non manca neanche una scena lesbica, tanto per gradire! Le musiche, la cosa migliore del film, sono firmate Goblin, e da sole valgono la visione.Due cosette sono veramente degne di nota:1) Il look di Testi (che non cambia mai durante tutto il film!). Come potete notare è di un truzzo di alta classe.Maglietta rosa con collo slabbrato, pantaloni jeans attillatissimi, stivali color marroncino chiaro rigorosamente sopra i pantaloni, giacca sempre in jeans, con orribile scritta "Matt" sul retro, con bel nastro rosso come cinturino, e infine un bel berretto con visiera, non ben identificato ma molto probabilmente è il modello "da Astronauta".2) Il buon Testi che corre come un matto per il 90% della pellicola... della roba che manco in tutti i film di Muccino messi insieme. Il punto due, per fattore sudore, è strettamente correlato al punto uno.
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