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La via della spada - Recensione - PC

Creato il 13 gennaio 2014 da Intrattenimento

C'è voluto quasi un anno, ma alla fine ecco la versione PC di Metal Gear Rising: Revengeance

Quattro anni dopo gli eventi di Metal Gear Solid 4, la tecnologia cibernetica è ormai diventata uno standard per le compagnie militari private, che contano tra le proprie fila orde di soldati dotati di innesti robotici, abili nel combattimento e incapaci di provare dolore. Raiden appartiene appunto a questa categoria di soggetti, ma ha scelto di mettere a disposizione le proprie competenze per proteggere i deboli, e così si sposta da una parte all'altra del mondo come agente della Maverick Securities, coordinato dai colleghi Boris Popov, Kevin Washington e Courtney Collins, nonché dallo scienziato tedesco Wilelm "Doktor" Voight.

La via della spada
Durante una missione in uno stato africano, purtroppo, le cose prendono una brutta piega e Raiden si trova ad affrontare gli spietati membri della Desperado, un'organizzazione che mira a destabilizzare le nazioni per generare conflitti da cui ricavare profitto. Il duello con Jetstream Sam, in particolare, si rivela fatale per il protagonista del gioco, che viene gravemente ferito e si salva solo grazie all'intervento in extremis dei suoi compagni. Alcune settimane dopo, sottopostosi a nuovi e più invasivi interventi cibernetici, Raiden è però pronto a tornare in campo, più forte che mai e determinato a seguire le tracce della Desperado per annientarla. A quasi un anno di distanza dall'uscita su PlayStation 3 e Xbox 360, ecco dunque Metal Gear Rising: Revengeance debuttare su PC con la tradizionale "superior version", che non solo viene venduta su Steam a un prezzo molto interessante (19,99 euro) ma include nativamente i DLC Blade Wolf, Jetstream e le VR Mission, nonché una serie di skin extra per il protagonista (White Armor, Inferno Armor, Commando Armor, la skin di Metal Gear Solid 4 e quella da Cyborg Ninja).

Viuleeeeeenz

Ricordiamo tutti la genesi di questo progetto, nato come un episodio di Metal Gear Solid, per quanto alternativo, e poi diventato uno spin-off action "puro" quando Kojima Productions ne ha affidato lo sviluppo alle sapienti mani di Platinum Games, team autore di giochi come Bayonetta, Vanquish e Anarchy Reigns, dunque esperto nel rappresentare le dinamiche che appartenevano all'indimenticabile genere dei picchiaduro a scorrimento, valorizzando ogni colpo sferrato dai personaggi e inserendo nel mix sequenze altamente spettacolari.

La via della spada
Tutti ingredienti che trovano posto anche in Metal Gear Rising: Revengeance, che si rivela fin da subito davvero ottimo nell'alternare avversari differenti, coinvolgerci in duelli frenetici e introdurre novità interessanti come il "bullet time" a uso e consumo della spada, con cui sminuzzare letteralmente i nemici ed eventualmente strappargli le "interiora robotiche", operazione che consente di ripristinare l'energia vitale e incrementare la tradizionale barra della furia. Su PC, collegato il controller per Xbox 360, si entra in tale modalità premendo il grilletto sinistro ed effettuando poi i tagli usando lo stick analogico destro oppure una combinazione dei tasti X e Y, rispettivamente per i fendenti orizzontali e verticali. Sono fondamentalmente due le problematiche che emergono dopo qualche minuto di gioco: la prima è una gestione della visuale tutt'altro che puntuale, e che nonostante la funzione di lock-on sul bersaglio ci mette nella condizione di combattere spesso e volentieri "alla cieca", almeno finché non possiamo rimettere mano sullo stick destro per centrarla; la seconda è una generale mancanza di riferimenti per quanto concerne le combo, che possono essere "acquistate" utilizzando i crediti guadagnati in missione (nella stessa schermata da cui è possibile potenziare le armi, acquistarne di nuove - laddove siano disponibili - e cambiare la skin del personaggio) ma che non vengono mai propriamente introdotte e valorizzate, col risultato di ignorarne magari l'esistenza finché non andiamo a controllare la lista delle mosse dal menu di pausa.

Parata sì, parata no

Un altro problema di Metal Gear Rising: Revengeance, almeno per quanto riguarda la nostra personale interpretazione, riguarda la soluzione adottata dagli sviluppatori per effettuare la parata. Non si tratta infatti di premere un tasto dorsale nel momento in cui qualcuno cerca di colpirci, bensì di combinare il pulsante di attacco "leggero" (in questo caso X) e lo stick analogico sinistro nella direzione dell'impatto, ottenendo un'apertura della guardia nemica laddove si riesca a realizzare la manovra con tempismo perfetto.

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Non è una questione di feeling, visto che dopo un po' ci si abitua a questo sistema, quanto piuttosto il sospetto che tale impostazione rappresenti una concessione rispetto all'accessibilità dell'esperienza, visto che di fatto non serve neppure osservare con attenzione gli avversari per capire quando stanno per sferrare il proprio fendente, bensì basta premere ripetutamente l'attacco e lo stick analogico ottenendo una guardia praticamente automatica in ogni occasione, o in alternativa una normale combo. Il rischio, insomma, è che tutto si trasformi nel più becero dei "button mashing", appunto perché come strategia si rivela vincente, anche a discapito del bilanciamento della difficoltà (al livello normale un giocatore smaliziato potrebbe non incorrere mai nel game over). La gestione delle armi speciali, che si ottengono sconfiggendo determinati boss, va un po' a cozzare con lo sviluppo delle combo di spada (il cui uso rimane assegnato al pulsante X) ma abbiamo apprezzato la particolare diversificazione di ogni strumento: la lancia che si pone come ottima arma "all round", i sai che rappresentano l'alternativa veloce ma poco efficace, le doppie lame pesanti che esprimono tutta la propria potenza a ogni colpo, e così via. Molto meno brillante, invece, la soluzione adottata per le granate e i lanciamissili, che si rivelano macchinosi e lenti da utilizzare, tanto che vi troverete a non sfruttarli praticamente mai durante il gioco. Spendiamo infine qualche parola anche per la componente narrativa. Trattandosi di un progetto legato a Hideo Kojima e al franchise di Metal Gear Solid, c'era da aspettarsi per Revengeance la presenza di tematiche come la libertà, la bioetica e le scelte personali. Il punto è che ci troviamo di fronte ad uno spin-off action, e questi lunghi pipponi (concedeteci il termine) via codec - che in un contesto differente sarebbero anche stati apprezzabili - spezzano inevitabilmente il ritmo dell'azione, tanto che in più di un'occasione sembrerà di trovarsi nella classica situazione in cui si sta per fare qualcosa e squilla il cellulare. Solo che è quello di Raiden. Metal Gear Rising: Revengeance - Trailer della corazza di Raiden
La via della spada - Recensione - PC
Metal Gear Rising: Revengeance - Trailer della corazza di Raiden

La versione PC

Piccolo preambolo: stiamo assistendo sempre più spesso all'apertura verso la piattaforma PC da parte di publisher generalmente abituati a produrre esclusivamente titoli per console. Non è un caso, e con l'avvento di PlayStation 4 e Xbox One vedremo un proliferare di operazioni del genere, a tutto vantaggio della piattaforma Windows per via delle molteplici similitudini con l'architettura next gen ma di hardware sulla carta superiore.

La via della spada
Insomma, potremo godere di titoli pensati nativamente per una componentistica di un certo livello, e che su personal computer vanteranno ulteriori migliorie in termini di frame rate, definizione ed effettistica. Come si pone Metal Gear Rising: Revengeance rispetto a tale ragionamento? Bene ma non benissimo, nel senso che lo sviluppo è nato su PlayStation 3 e Xbox 360, e in occasione del debutto su PC i ragazzi di Platinum Games non hanno chiaramente investito in un lavoro di resampling delle texture (ammesso che fosse possibile farlo), che rimangono dunque in bassa risoluzione, e optato per le tradizionali cinematiche pre-renderizzate che fanno salire il peso del download senza aggiungere qualità, anzi mostrando spesso una grafica inferiore a quella in-game. Il design dei personaggi e le loro animazioni rappresentano senza dubbio il punto di forza di questa produzione che però, puntando ai sessanta frame al secondo anche nel formato originale, finisce per trascurare inevitabilmente gli scenari, spesso spogli e privi di personalità. La conta poligonale è rimasta invariata nella nuova versione, con tutto ciò che ne consegue, anche se la fluidità in questo caso non trova compromessi (laddove su console, PlayStation 3 in particolare, si riscontravano cali anche piuttosto evidenti) e c'è il vantaggio della risoluzione più alta, nonché di regolazioni che consentono una certa scalabilità dell'esperienza verso le configurazioni di fascia medio-bassa. Insomma, ci troviamo di fronte alla solita "superior version", anche relativamente parca in termini di requisiti, ma il "boost" rispetto alle edizioni console non risulta molto marcato. Diverso è il discorso relativo alla convenienza dell'offerta, che a questo prezzo e con tutti i contenuti extra è da non lasciarsi sfuggire.

Pro

  • Solido, frenetico e spettacolare
  • Edizione completa dei DLC e a prezzo ridotto
  • Tecnicamente migliorato rispetto alle versioni console...

Contro

  • ...ma meno di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi
  • Qualche riserva sul sistema di combattimento
  • Visuale confusionaria

Requisiti di Sistema PC

  • Configurazione di Prova
  • Processore: AMD Phenom II X4 955
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 770
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 8
  • Requisiti Minimi
  • Processore: Intel Core i5 2400
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTS 450
  • Memoria: 2 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows XP, Windows Vista, Windows 7, Windows 8
  • Requisiti Consigliati
  • Processore: Intel Core i7 3770
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 650
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows XP, Windows Vista, Windows 7, Windows 8

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