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La vicevita del viaggiatore del treno

Da Crjcrj

La vicevita del viaggiatore del trenoSiamo a venerdì ed ecco che arrivano loro, più puntuali che mai :-) La coppia dei miei sogni! La prima volta che li ho incontrati in biblioteca è stato come essere folgorata sulla via di Damasco, dalla loro sintonia, dal loro gioco di gesti e di sguardi. Lui, secco e diretto, punta sempre lo scaffale di storia (rivoluzione francese, russa o seconda guerra mondiale ), lei vagabonda tra le passeggiate narrative, una tappa certa davanti alla Sveva (sapete com’è, sono amiche :-D e si danno del tu) e poi l’incertezza, di fronte ai tanti titoli che sembrano stuzzicare la sua voglia di leggere.  Alla fine (il consorte ha già registrato il prestito da un pò e sta qui accannto al mio banco ad aspettare paziente, perché come già mi ha detto una volta “Fa sempre così! Sono sessant’anni che l’aspetto” :-D ) è la signora a trovare il “tipo da spiaggia” perfetto per questo periodo, fatto di spostamenti e migrazioni: La vicevita di Valerio Magrelli.

Piccoli frammenti di quella “vicevita” che molti di noi trascorrono passando a “spostarsi” da un luogo all’altro, sui treni e tra viaggi in treno. Attimi in cui “più che vivere, aspettiamo di vivere [...] momenti in cui facciamo da veicolo a noi stessi“. Quello in treno, per chi se ne serve tutti i giorni, nulla possiede dell’eccitazione e della festa del «viaggio»: è piuttosto un percorso che si ripresenta noiosamente, sempre costellato di disagi, microincidenti e microdisavventure di tutti i tipi;  e allora, per difendersi, i pendolari adottano uno stratagemma …

“Giocano a carte in treno (ragazzi e vecchi) o guardano fuori. Ma io in treno leggo, e leggo per narcotizzarmi, narcotizzando il viaggio: lettura come antidoto. Metto in stand-by le pulsioni, le paure, i desideri, conservando soltanto il funzionamento della mente. Sichiama paradiso “Sono qui seduto e leggo un poeta. Nella sala ci sono molte persone, ma non si fanno sentire. Sono dentro i libri. Qualche volta si muovono fra un foglio e l’altro, come uomini che si rivoltano nel sonno, fra un sogno e l’altro. Come si sta bene in mezzo agli uomini quando leggono. Perché non sono sempre così?”


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