Volendo si poteva fare un titolo più forte e ad effetto, qualcosa come "La violenza del capitale o del capitalismo". Ma non era la forza del titolo del post il punto.
Una volta le famiglie povere, le famiglie contadine, mettevano al mondo un gran numero di figli. Le ragioni erano molteplici: ignoranza dei più elementari metodi contraccettivi, la sopravvivenza della specie (data l'altissima mortalità infantile nell'Italia contadina negli anni pre seconda guerra mondiale), e poi braccia. Braccia che avrebbero aiutato a lavorare i campi a portar a casa la pagnotta.
Certo quella era una società feroce con i più poveri ma aveva una sua darwiniana naturalità. Era qualcosa che si poteva criticare duramente ma che si riusciva a capire pur senza condividere la ferocia che la determinava.
Oggi invece mancano i criteri per capire, i punti di riferimento non ci sono più, c'è un'unità di misura unica se non per tutto, certamente per molto.
Leggo con umano dolore e profonda incomprensione questa notizia che racconta di una madre che chiesto l'aiuto dello stato per mantenere il figlio appena nato, se lo trova negato e per di più si vede sottrarre d'autorità il figlio stesso.
Negare ad una madre, che non ha devianze sociali, il proprio bambino e a un bambino la madre per questioni di censo (la poveretta infatti ha un reddito mensile di soli 500 euro) è più di un reato è un'aberrazione.
Una vergogna per uno stato civile. La violenza dei soldi e la violenza di classe di quel giudice, che in carriera senz'altro avrà brillato per mediocrità, che si avventano con la forza delle isitituzioni contro una persona la cui unica colpa è essere povera ed amare suo figlio sino a umiliarsi a chiedere aiuto allo stato.
Ci sono dei giudici che obiettivamente dovrebbero essere rimossi, ma non sono quelli che indagano i potenti ed i corrotti. Link all'articolo.
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