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La Visibilità di Calvino alla Società Letteraria di Verona

Creato il 17 gennaio 2013 da Ilnazionale @ilNazionale
Italo Calvino

Italo Calvino

17 GENNAIO – Venerdì scorso 11 gennaio, nel tardo pomeriggio, la Società Letteraria di Verona è stata ancora una volta organizzatrice, attraverso la cooperazione fra la Commissione Scientifica, rappresentata da Riccardo Bonuzzi e dalla Presidente Daniela Brunelli, e il Professor Tommaso dalla Massara, docente di Fondamenti di Diritto Romano e Fondamenti di Diritto Privato Europeo all’Università degli Studi di Verona, di una conferenza appartenente al ciclo di incontri dedicati a Italo Calvino, e, soprattutto, alle sue Lezioni Americane. Questa straordinaria iniziativa, che reca il titolo “Lezioni Americane di Italo Calvino: una rilettura in prospettiva di Diritto e Letteratura”, vuole partire dalle Lezioni di Calvino, una testimonianza chiara e lungimirante della nostra letteratura e, si potrebbe aggiungere, dell’intera società in cui viviamo, per giungere ad un’interpretazione delle stesse in chiave giuridica. Un tentativo arduo, quindi, che mostra ancora una volta il legame, talvolta scordato, fra due discipline umanistiche fondamentali, la letteratura e la giurisprudenza.

La scorsa conferenza, che ha riguardato la “Visibilità”, uno dei principi studiati e spiegati da Calvino, ha visto la presenza del Professor Umberto Vincenti, docente di Istituzioni di Diritto Romano all’Università di Padova. Lo studioso ha cercato di tracciare, partendo dalle pagine di Calvino, un linea che attraversasse il tempo e che toccasse vari momenti e concetti della storia del diritto e più in generale del pensiero che sono stati significativi e che hanno portato all’attuale forma della giurisprudenza.

Il Professor Vincenti ha aperto la conferenza con queste parole: “sarò polemico”. E così è stato. Con straordinaria competenza, il docente ha saputo unire molti punti della storia del pensiero, andando oltre una semplice trattazione accademica, per quanto interessante e senza dubbio stimolante, per giungere a considerazioni sul mondo del diritto attuale, considerazioni che volevano evidenziare i difetti e, soprattutto, i problemi che oggi sono più discussi. Senza cadere nella semplice polemica politica, e restando sempre super partes, il conferenziere si è soffermato su punti scottanti della nostra società, facendo sentire una voce autorevole e chiara, sostenuta da una preparazione e competenza mai messe in discussione. Partendo dalle righe di Calvino, è passato a editoriali del Corriere della Sera, a documenti storici e opere che sono il fondamento del diritto, per giungere, infine, a opere d’arte, simboli della giustizia e del mondo della giurisprudenza. Lungo questo percorso, si è pronunciato contro vari atteggiamenti e punti del mondo attuale della giurisprudenza, giungendo alla tragica conclusione che, oggi, non esistono più i veri iuristi, e che non ci sarebbe più, insomma, la figura del magister, studioso della giurisprudenza che univa ad una profonda cultura e vasta conoscenza, quell’intuito e quell’immaginazioni che sono innati nello spirito di taluni e che permettono di raggiungere il livello più alto della disciplina. Una conclusione, come detto, tragica, che ha comunque auspicato, sebbene quasi con un sussurro, una possibile soluzione.

Parole forti, quindi, che sono echeggiate, condivise o meno, nella sala della Società Letteraria, gremita di ospiti, soprattutto studenti, avvocati ma anche un pubblico interessato ai vari temi culturali proposti dall’ente. Il prossimo incontro sarà il 25 gennaio, e partirà dalla Molteplicita. La speranza della Società, ma anche la convinzione, è che questi eventi continuino a rappresentare un punto di forza dell’attività dell’ente.

Enrico Cipriani


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