È Cecilia Strada, presidentessa di Emergency, figlia del medico chirurgo che nel 1994 fondò la Ong, che racconta che siamo circondati da guerre. “Siamo in letargo non solo al possibile, imminente attacco alla Siria, ma anche rispetto all’Afghanistan dove l’Italia è in guerra dal 2001. Viviamo in un paese in guerra ma, non ce lo ricordiamo mai. In Iraq per esempio ci sono decine di morti al giorno”.
Occhi grandi e spalancati sul mondo, voce ferma e sicura. Ha ereditato dal padre la grinta e la tempra. Stessi ideali, stessi sogni, che devono scontarsi ogni giorno con la tristre realtà. ” Le conseguenze della guerra possono durare per sempre, le mine non finiscono mai. Noi curiamo bambini, che saltano, oggi, su mine sovietiche, bambini che sono nati dopo che i sovietici erano già andati via dal paese. Continuiamo a ridare braccia e gambe ai mutilati della guerra dell’Iraq. Persone che saltano ancora sulle mine italiane. Persone che hanno poi bisogno di fare e rifare le loro protesi, man mano che crescono, perchè si devono adattare al corpo che cresce. Quella delle mine è una guerra che non finisce mai”.
Ma ci sono anche armi che non si vedono, le bombe intelligenti che la tecnologia ha creato, ordigni che non fanno danni ma, colpiscono solo i cattivi: “Non esistono bombardamenti mirati o bombe intelligenti, nelle guerre moderne il 90% delle vittime sono civili, se sono mirate, vuol dire che i civili sono il bersaglio e non l’effetto collaterale. Tutte le volte che sento un politico o un generale parlare di effetti collaterali, vorrei fargli un invito e sono disposta a pagargli il biglietto del viaggio, per venire a vedere uno dei nostri ospedali. Nessuno di quelli che votano o finanziano missioni di pace è mai venuto a vedere un ospedale in Afghanistan. Perchè quando uno vede in faccia un effetto collaterale, lo annusi, perchè la guerra è anche questo, l’odore della gente che brucia, allora è più difficile parlare di bombardamenti mirati e bombe intelligenti”.
Ma come si garantisce la pace? “Credo che la pratica dei diritti sia la cosa più giusta, più efficace e più economica per chi vuole portare davvero in giro per il mondo la democrazia e costruire la pace. Bene: facciamolo costruendo i diritti umani e non con le bombe. Perché costruire i diritti – e parlo evidentemente di costruire ospedali, scuole, creare situazioni per far lavorare la gente – costa infinitamente meno di una guerra”.
Il rispetto dei diritti umani dovrebbe essere una regola per tutti i governi del mondo ed è quello più difficile da ottenere. ” Quello che vorrei vedere è che si ricominci con forza a fare un percorso diplomatico, perchè sotto, sotto, chiunque vinca la guerra, chi farà la fame son sempre gli stessi, il popolo”.
Non c’è vittoria che valga il sangue che è costata. Dwight Eisenhower