La Visione nel Piatto. Massimo Bottura.

Da Maritoallaparmigiana

Devo ammetterlo…per tanto tempo ho pensato di scrivere di Massimo Bottura. Tanto tempo e tanto timore reverenziale.

E’ davvero difficile esprimere quello che provo per un personaggio che oramai è diventato estremamente importante nel panorama italiano, al di fuori di ciò che è semplicemente il cibo.

Ora però, dopo innumerevoli riconoscimenti, gli è stata riconosciuta l’ottava edizione dei Nobel per la Gastronomia! Un riconoscimento a livello mondiale per un cuoco che ha un posto riservato e riverito nel mio cuore.

E’ davvero difficile mettere su un articolo che lo riguardi. Tanti ne hanno parlato, chi bene e chi male. Chef Bottura (non riesco a chiamarlo per nome…) è un uomo che ha illuminato la mia breve ed amatoriale esperienza culinaria. Non voglio dilungarmi in inutili elenchi dei suoi riconoscimenti e dei piatti impressionanti che ha creato. Voglio parlare di altro.

Lo Chef Bottura è un tipo che definire particolare sarebbe riduttivo: è innanzitutto un cuoco di incredibile arguzia e perizia, tutto condito da una follìa artistica che ha dell’assurdo. Non ho idea di come sia riuscito ad ottenere tutto ciò, solo parlarne mi lascia senza parole, con un cervello vuoto di meraviglia, come fossimo di fronte a La Pietà di Michelangelo.

Ma cos’ha Massimo Bottura che il milione di altri chef famosissimi e fenomenalmente bravi non hanno? Io non so se avete mai visto un video dove cucina, dove insegna: è un uomo felice! Potrà sembrarvi assurdo o semplicistico ma è davvero felice! Quello che mi colpisce al cuore è sentirlo parlare. Racconta la sua vita, dei momenti, delle sensazioni ed usa la sua grandissima capacità culinaria per ridurre tutto questo turbinìo in un piatto, sovente complicatissimo!

Ma non è la difficoltà nel cucinare il piatto che stupisce, tutti i grandissimi chef usano tecniche di livello altissimo per ottenere sfumature che i meno avvezzi nemmeno potrebbero comprendere. Quello che stupisce è come ha costruito il proprio mestiere! Lo Chef Bottura è un uomo che ti passa accanto e ti spiega il piatto, ti spiega da dove prende vita la sua idea, ti prende per mano e ti porta nel suo mondo!

Massimo Bottura ti fa entrare nel Cinema Osteria Francescana (mica gratis si intende) e ti porta in un film in 4D della sua vita! Massimo Bottura non ti serve delle lumache…ti serve tutto il terreno dove le lumache crescono, ti serve le piante alla cui ombra si nascondono…ti porta nei profumi della campagna che le ospita! Ma una persona del genere può essere normale? NO!!!

Grazie al blog Ricci di Mare per la splendida foto.

Ma è proprio questo che lo rende speciale! Senza parlarti di gastronomia molecolare ti ci porta dentro mescolandola con la tradizione, mescolandola con le sue e le tue emozioni. Conoscere Massimo Bottura, che ci piaccia o meno, è un’esperienza! Ed è proprio qui che mi colpisce.

Nella mia minuscola esperienza inseguo senza sosta le tecniche che per i cuochi sono la vita di tutti i giorni, mi struggo nel praticare la cucina per me e mia moglie mentre un cuoco cucina almeno per una decina di persone alla volta (ma spessissimo per molte di più). Mi sono insomma cimentato in una sfida impari con i veri professionisti dei fornelli ma, nonostante tutto, sono talmente felice di farlo che non lo sento come un handicap o una sfida persa! Io sono diventato una di quelle persone che si svegliano e immaginano una ricetta, che la sognano e ne vengono ossessionati fino a che non la provano almeno una volta. Una di quelle persone che fremono per tornare a casa e provare qualcosa di improbabile o magari perfino stupido!

Sono un uomo di cucina che prova una gioia immensa nel pensare che esista un ristorante dove si comincia a cenare prima ancora di mettere la pietanza in bocca! Ecco la connessione intima che ho con lo Chef Bottura: l’ESPERIENZA. Penso dal profondo che mangiare equivalga a nutrirsi, ma quando l’atto del mangiare è accompagnato da un turbinio di sensazioni…tutto cambia! Bere dopo una maratona, fare una doccia calda dopo essere stato ore al freddo, mangiare una fetta di anguria sotto il sole cocente dell’estate, sono tutte esperienze che non sono belle in quanto è bella l’azione, ma in quanto quello che succede ci porta per mano a goderne appieno!

Ed ecco che, se avessi la capacità di impararlo, questa sarebbe la mia cucina! Portare i commensali per mano attraverso delle esperienze che rendano ogni singolo boccone unico ed inimitabile al di fuori di quel preciso momento! Ambizioso, forse assurdamente complicato, sicuramente difficile per uno senza esperienza come me…ma senza sogni non esistono realtà da concretizzare!

Non so se ce la farò, ma qualunque sarà il risultato dovrò tutto ad un cuoco italiano di nome Massimo Bottura!

Grazie!


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