Scrivo di nuovo di Chiesa e omosessualità; è giudizio comune che il Vaticano non sia all’avanguardia sul tema dei diritti sessuali, e la dichiarazione di Bertone ripresa nel post sottostante la dice lunga, ma si tratta della dichiarazione di un singolo, seppur non fatta a titolo personale, quindi vado sul sito ufficiale del Vaticano (www.vatican.va) e inserisco nel motore di ricerca implementato il termine omosessualità, dopo avermi troncato la keyword togliendo l’ultima lettera, forzo la ricerca e ottengo una serie di risultati, di cui il primo fa rifermento all’ «Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri», in parole povere la direttiva in materia di candidati seminaristi gay, in essa si legge che «questo Dicastero, d’intesa con la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ritiene necessario affermare chiaramente che la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione (gli omosessuali, ndr), non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay. Le suddette persone si trovano, infatti, in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne. Non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate. Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l’espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello di un’adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni prima dell’Ordinazione diaconale». L’esclusione di chi pratica l’omosessualità è abbastanza scontata, ma quella di chi sostiene la cultura gay mi inquieta, cosa significa? Tipo che il seminarista che ascolta Elton John viene cacciato? Si specifica poi che gli omosessuali sono in una posizione che “ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne”, infatti è noto che i lavori che richiedono pubbliche relazioni siano territorio off-limits per i gay. Sorvolo poi sull’omosessualità come sintomo secondario di un “problema transitorio”, ma piuttosto mi domando come facciano ad assicurarsi che tale sintomo sia scomparso da almeno tre anni? Fanno le analisi del sangue? E’ curioso considerare come tutto ciò sia una direttiva ufficiale del Vaticano, che è anche uno Stato sovrano, di conseguenza il Vaticano è forse l’unico Stato occidentale che ufficialmente (e non solo di fatto) legittima una discriminazione sessuale all’interno delle proprie istituzioni. Detto questo permettetemi una considerazione, forse un po’ banale ma che mi va di fare: il Vaticano è una struttura di potere, per giunta non istituita democraticamente, ed è ingiusto attribuire a un cattolico le posizioni del Vaticano, come sarebbe ingiusto attribuire a me le colpe del governo Berlusconi semplicemente perché sono italiano; sono convinto che nel mondo cattolico c’è molta più intelligenza di quanto ce ne sia nei relativi luoghi di potere. Io ci credo, o almeno, ci voglio credere.
*Per i più giovani; con l’espressione “la visita dei tre giorni” si intendeva la serie di esami psico-fisici che ogni diciottene era costretto a fare ai fini del servizio militare.