Il segretario di Stato americano John Kerry è arrivato due sere fa a Nairobi per incontrare il presidente Uhuru Kenyatta e discutere della cooperazione tra i due paesi contro il gruppo estremista somalo Al Shabaab responsabile tra gli altri, dell’attacco all’università di Garissa in cui sono morte 148 persone.
“Riteniamo che i keniani facciano del loro meglio, la lotta al terrorismo è difficile, in particolare nella regione. Il Kenya è stato vittima di attacchi multipli e quello di Garissa ha mostrato la portata dell’impatto di Al Shabaab contro civili innocenti” ha spiegato il diplomatico durante una conferenza stampa.
Nel corso della sua visita, che precede quella del presidente Barack Obama a fine luglio, il capo della diplomazia americana dovrebbe intrattenersi anche con esponenti della società civile e affrontare – con i rappresentanti del governo – la delicata questione dei diritti umani, spesso abusati in nome della “lotta al terrorismo”.
La visita di Kerry -impensabile fino a poco tempo fa – testimonia un rinnovato clima nei rapporti tra Kenya e Stati Uniti a lungo caratterizzati dalla reciproca freddezza, in seguito alle accuse mosse contro il presidente Kenyatta dalla Corte penale internazionale (Cpi). Le accuse contro il presidente – accusato di crimini contro l’umanità per il presunto ruolo svolto nelle violenze post-elettorali in Kenya tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 – sono state ritirate a dicembre dal procuratore della Cpi che ha però denunciato “sforzi concertati per molestare, intimidire e minacciare” i testimoni.
Figlio di madre americana e padre keniano, Barack Obama farà il suo primo viaggio in Kenya in qualità di presidente americano alla fine di luglio. A Nairobi, parteciperà al Vertice mondiale sullo spirito imprenditoriale che riunirà più di mille imprenditori africani e stranieri per concentrarsi sull’innovazione nel continente.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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