Forse l’esplosione di una stella,
un puntino di luce in mezzo all’erba.
E poi. Poi il mistero della vita
che si fa raggio e moltiplicazione,
matematica e sogno azzurro.
I secoli non c’erano, non ci sono
tempo spazio luogo
senza la mia mano a misurarli,
lo sguardo a penetrarli,
la testa a fare il calcolo dei giorni.
Un brillìo, un palpito, un ruscello
d’acqua e di sangue,
una corsa dentro una parentesi.
E poi il silenzio, ancòra.
O una luce intermittente.
Chissà dove.
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