7 ottobre 2013 1 commento
Tanto clamore, tanta fama e oggi non resta piu’ nulla o molto poco e il perche’ e’ da raccontarsi con la trama.
Storia autobiografica sparata talmente grossa da domandarsi sino a che punto lo sia per davvero. Si racconta di Luciano Bianchi, scrittore emigrato a Milano causa esplosione della miniera dove lavorava che giunge in citta’ con l’intento di far saltare in aria la direzione generale. Incontrera’ Anna, bellissima e pasionaria di sinistra con la quale condividera’ sogni di riscatto e vendetta ma la societa’ dei consumi avra’ la meglio. Si diceva delle difficolta’ dello scrivere del film, vuoi perche’ e’ complicato non tirare in ballo il romanzo e il suo autore che fu peraltro consulente durante le riprese, poi perche’ serve un giudizio assolutamente anteriore a oggi.
L’importanza del soggetto e’ nella sua capacita’ di prefigurare nel bene e nel male, le tematiche che caratterizzeranno il ventennio a venire. La politica anticapitalistica in primis certo ma ancor di piu’ la resa incondizionata agli agi del consumismo e alle trappole del sistema che ben presto avrebbero fatto capolino nel cinema, nei salotti e in tanta letteratura.
Viene da se’ quanto oggi sia un discorso stantio per quanto ancora necessario, certo e’ che sublimando con l’ironia, l’autore svelo’ manie e idiosincrasie di una societa’ in piena mutazione e certo non sempre in meglio. Bianciardi ando’ ancora oltre mostrandoci la sua resa e questo si fu rivoluzionario e nondimeno avvilente.
Tema non facile su carta, ancor meno su pellicola ma Lizzani, indubbiamente bravo e di mestiere, sfuma l’anarchia e spinge sugli intrepreti anche perche’ la prosa di Bianciardi si poteva sostituire soltanto con attori di forte caratterizzazione.
L’improbabile toscano Tognazzi che non a caso si trasforma in reggiano, e’ esemplare nella divertente ed in fondo spassionata trasformazione da anarchico a compiacente dirigente dell’azienda che voleva far saltare.
Non di meno Giovanna Ralli si conferma interprete straordinaria e di una bellezza impareggiabile che non sfigura affatto innanzi le matrone del grande schermo di quei tempi, Loren e Lollo per capirci.
Alla fine resta un film superato in tutto e per tutto che eppure sa farsi volere ancora bene, piu’ del libro.