LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATAAnna Caterina Emmerick
Capitolo X
140 – Gesù viene crocifisso davanti alla Madre Dolorosa
Gesù, reso immagine del Dolore, fu disteso dagli arcieri sulla Croce e, dopo averlo disteso sul dorso, irarono il braccio destro sulla parte destra della croce e lo legarono fortemente. Poi mentre uno di questi carnefici poneva il ginocchio sul suo sacratissimo petto, un altro gli teneva aperta la mano che si contraeva; un terzo appoggiò a questa mano, piena di benedizioni per il mondo, un chiodo grosso e lungo e vi pestò sopra colpi ripetuti con un martello di ferro.
Un gemito dolce e chiaro uscì dalla bocca del Salvatore e il suo sangue sprizzò fin sulle braccia dei carnefici. Contai i colpi di martello ma ne ho dimenticato il numero. La Vergine gemeva debolmente e sembrava aver perduto conoscenza. I grandi martelli erano in ferro, formavano un pezzo solo col manico e avevano pressappoco la forma dei martelli da falegname. I chiodi che avevano fatto fremere Gesù, erano lunghissimi e grossi come un pollice sulla parte superiore, mentre nella parte inferiore avevano soltanto lo spessore di un mignolo; le punte, quando furono confitte, uscivano un poco dietro la Croce. Quando i carnefici inchiodarono la mano destra del Salvatore alla Croce, si accorsero che la mano sinistra non arrivava fino al foro che avevano preparato. Allora attaccarono una corda al suo braccio sinìstro e lo tirarono con tutte le loro forze, puntandosi con i piedi contro la Croce, fino a che la mano raggiunse il posto del foro. Sentii Gesù emettere gemiti commoventi perché gli slogavano interamente il braccio. Le sue spalle, tese violentemente, si incavavano e i gomiti mostravano le giunture delle ossa mentre il suo petto si sollevava e le ginocchia si ritiravano verso il corpo. Gli arcieri si inginocchiarono sopra le sue braccia e sopra il suo petto, gli legarono le braccia e confissero il secondo chiodo nella mano sinistra, che spruzzò sangue, mentre i gemiti del Salvatore si facevano udire anche attraverso il rumore dei colpi di martello. La Santissima Vergine risentiva nel corpo e nello spirito tutti i Dolori di Gesù, la vidi pallida come un cadavere mentre singhiozzava atrocemente. I farisei le indirizzavano scherni ed insulti, per cui la si condusse a qualche distanza da essi in mezzo alle pie donne. Maddalena era come letteralmente impazzita e si lacerava il volto, gli occhi e le guance che erano inondati di sangue. Frattanto era stato inchiodato alla Croce un pezzo di legno destinato a sostenere i piedi di Gesù, affinché Egli non fosse interamente sospeso e non avesse a staccarsi trascinato dal suo stesso peso. I carnefici stesero le ginocchia e le tirarono con le corde, ma si rilevò che i piedi non raggiungevano il pezzo di legno destinato a sostenerlo. Allora i carnefici divennero furiosi e imprecarono contro Gesù. Siccome era cosa assai difficile portare in alto lo zoccolo di legno, attaccarono delle corde alla sua gamba destra e le tesero con violenza fino a che il piede raggiunse il pezzo di legno. Avvenne così una terribile strappatura con la conseguente slogatura della gamba, tanto che si udì lo scricchiolio e Gesù che gridò: “O mio Dio! O mio Dio!” La sofferenza fu spaventosa. Affinché le mani del Redentore non si staccassero dai chiodi, avevano legato il suo petto e le sue braccia. Poi legarono il piede sinistro sopra il destro e infissero un chiodo lunghissimo e spaventoso attraverso i due piedi fin dentro al legno della Croce. Questa volta mi vidi a fianco della Croce e potei contare fino a trentasei colpi di martello mentre distinguevo chiaramente i gemiti dolci e penetranti del Salvatore, conseguenti al dolore della perforazione dei due piedi. Udii perfino le voci sorde e sinistre che, intorno a Lui, pronunciavano ingiurie ed imprecazioni. La Santissima Vergine, di fronte a quelle atrocità, non seppe resistere e cadde di nuovo senza conoscenza tra le braccia delle sue compagne. I farisei a cavallo Le si avvicinarono indirizzandole potenti e vergognose ingiurie. Ma le pie donne e i suoi fedeli la trasportarono di nuovo via.
Durante la crocifissione e la conseguente erezione della Croce, le pie donne gridavano orrendamente trasformate: “Perché, perché mai la terra non inghiotte questi miserabili? Perché il fuoco del cielo non li divora?”. I carnefici rispondevano a loro volta con invettive e ingiurie. Quando la Croce venne rizzata, stando alla posizione del sole potevano essere le dodici e un quarto. Dal tempio si udì un suono di tromba: l’Agnello Pasquale era stato sacrificato. Quando la Croce venne elevata, tremò tutta per il contraccolpo; Gesù levò un alto lamento, il corpo stirato dal suo peso si abbassò, le ferite si dilatarono e le ossa slogate si urtarono. Finalmente la Croce fu fissata e rafforzata nella fossa per mezzo di cinque cunei insinuati con forza attorno alla sua base, uno a destra, uno a sinistra, uno davanti e due dietro. Si presentò allora uno spettacolo commovente e tremendo: sulla Croce, il Signore fu fatto oggetto di grida di scherno da parte dei carnefici e degli sbirri, dei farisei e di gran parte del popolo, che ora lo poteva vedere meglio anche da lontano;
in mezzo a quell’infame frastuono, si levò però un coro di voci addolorate contro l’indegno sacrificio. Erano le più sante voci del mondo, le voci gementi dei devoti e di tutti coloro che erano puri di cuore; era la voce della madre Dolorosa. Essi salutarono, sulla Croce appena rizzata, il Verbo divenuto carne, con dolore e commosso compianto. Appena la Croce fu piantata in mezzo alla terra, perfino molti cuori pietrificati si commossero e tacquero, ricordando le parole del Battista: “Guardate l’Agnello di Dio che ha preso sopra di sé tutti i peccati del mondo!”. Quando la Croce fu infissa nella buca, i piedi adorabili di Cristo vennero a trovarsi ad altezza d’uomo per cui gli amici poterono baciarli ed abbracciarli. Il volto di Gesù stava rivolto a nord.
141 – Il “buon ladrone” – La Santa Vergine viene scacciata dalla Croce
Mentre il Signore veniva inchiodato ed innalzato sulla Croce, vidi i due ladroni con le mani legate e sorvegliati dalle guardie. Erano accusati entrambi dell’assassinio di una giovane donna. Il ladrone, poi “cosiddetto di sinistra” era il più anziano ed era stato il corruttore ed il maestro dell’altro. Io chiamo Dismas il buon ladrone e Gesma quest’altro.Dismas era stato quel bambino lebbroso risanato nell’acqua dov’era stato bagnato Gesù. Entrambi i ladroni infatti appartenevano alle famiglie di quella banda di briganti del confine egiziano, presso la quale la Santa Famiglia aveva pernottato durante la fuga. Quella guarigione miracolosa era stata il frutto della carità e dell’amore che la madre di Dismas aveva usato verso la Vergine. Fu allora possibile, per mezzo dell’intercessione della Madonna, una salvezza fisica di quell’anima sciagurata. Immagine ridotta della salvezza spirituale, che avvenne con la sua crocifissione vicino a Gesù e fu purificata col Sangue e la promessa di Cristo. Vidi poi i farisei allontanare dalla Croce la Santa Vergine tremante. Con rabbia essi fecero il giro della piattaforma e la chiamarono di nuovo donna perversa. Giovanni e la pie donne la ripresero e la protessero in mezzo a loro. Maria e Maddalena l’accolsero nelle loro braccia. Udii i soldati beffarsi di Gesù, dicendo: “Se tu sei il re dei Giudei, salva ora te stesso!”. Quando il Redentore svenne, Gesma, il ladrone di sinistra, disse: “Il suo demone l’ha abbandonato”.Allora un soldato mise in cima a un bastone una spugna imbevuta d’aceto e la portò fino alle labbra di Gesù, che sembrò gustarne. Vidi il Salvatore che levò un poco la testa e disse: “Padre mio, perdona loro perché non sanno quel che fanno!”. Poi continuò a pregare in silenzio, Gesma gli gridò allora: “Se tu sei il Cristo, salvaci!”.Gli insulti non cessavano, ma Dismas si senti profondamente commosso quando Gesù pregò per i suoi nemici. La Santa Vergine udì la voce di suo Figlio e nulla più la potè trattenere: si precipitò verso la Croce, subito seguita da Giovanni, Salomè e Maria di Cleofa. Il centurione non li respinse e, al momento in cui la Santa Vergine si avvicinò, il buon ladrone ebbe un’illuminazione interiore nella quale seppe che Gesù e sua Madre l’avevano guarito durante la sua infanzia; allora urlò con voce forte e distinta: “Come potete voi ingiuriarlo, mentre Egli prega per voi? Egli ha taciuto, ha sofferto pazientemente tutti i vostri affronti e sta pregando per voi: Egli è un Profeta, è il nostro Re, è il Figlio di Dio!”. A questo inatteso rimprovero, uscito dalla bocca di un miserabile assassino spirante sul patibolo, si levò un gran tumulto fra il pubblico; molti fra i presenti raccolsero delle pietre per lapidarlo; ma il centurione Abenadar e la sua guardia non lo permisero e ristabilirono l’ordine. Nel frattempo la Vergine Santa si sentì fortificata dalla preghiera di Gesu. Dismas, rivolto al suo compagno che ingiuriava Gesù, gli disse: “Non temi dunque il Signore, tu che sei condannato allo stesso supplizio? Quanto a noi è giusto: subiamo la pena che è meritata dai nostri delitti, ma costui non ha fatto nulla di male. Pensa alla tua ultima ora e convertiti!”. Costui era illuminato e commosso e confessò i suoi falli a Gesù, dicendo: “Signore, se Tu mi condannassi sarebbe con giustizia, ma abbi pietà di me e Gesù gli rispose: “Tu avrai prove della mia misericordia. Per un quarto d’ora, Dismas ebbe la grazia di un pentimento profondo. Tutto quanto è stato narrato si svolse fra mezzogiorno e mezzogiorno e trenta, qualche minuto dopo l’esaltazione della Santa Croce. In questo tempo vi furono ben presto grandi cambiamenti nell’anima degli astanti: mentre il buon ladrone parlava, si mostrarono nella natura segni straordinari che riempirono tutti di spavento.(continua)