Lego, l’azienda dei “mattoncini”, è un case study che devo assolutamente prendermi il tempo di assemblare, per restare nella metafora.
Credo sia davvero un caso straordinario di buone pratiche e ottima gestione dell’impresa. Azienda che ha saputo evolversi pur mantenedosi nel solco della tradizione del suo prodotto originario sopravvivendo a giochi elettronici e altre mode, più o meno passeggere, che hanno attraversato negli ultimi vent’anni il mercato in cui opera, i cui prodotti sono stati recentemente utilizzati dalla banca americana J.P. Morgan per illustrare la crisi del debito pubblico nell’UE.
«Life of George» è un gioco lanciato di recente che racconta una storia, quella appunto della vita di George, unendo la fisicità classica dei famosi mattoncini ad una applicazione di realtà aumentata per iPhone che propone 120 livelli di gioco.
Il punteggio del gioco viene assegnato in funzione della velocità ed accuratezza di esecuzione della figura proposta dall’applicazione dello smartphone, è anche possibile competere con un altro giocatore. Lego ha dedicato una parte specifica del proprio sito web al gioco ed ha realizzato una pagina ad hoc su Facebook che al momento in cui scrivo ha oltre 3mila “like” e più di 300 persone che ne stanno parlando, che diffondono ai loro contatti informazioni al riguardo.
Un esempio di storytelling che coniuga tradizione ed innovazione dal quale indubbiamente gli editori potrebbero, volendo, avere molto da imparare.