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La Vita di Pi – L’accettazione dell’incredibile

Creato il 12 gennaio 2013 da Poison78 @poison78

La Vita di Pi – L’accettazione dell’incredibile

USCITA CINEMA: 20/12/2012
GENERE: Drammatico, Avventura
REGIA: Ang Lee
SCENEGGIATURA: David Magee
ATTORI: Suraj Sharma, Rafe Spall, Irrfan Khan, Gérard Depardieu, Tabu, Adil Hussain, Ayush Tandon, Andrea Di Stefano.
MUSICHE: Mychael Danna
PRODUZIONE: Rhythm and Hues, Fox 2000 Pictures
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: USA 2012
DURATA: 127 Min
FORMATO: Colore
Sito Italiano
Sito Ufficiale

Basato sul romanzo di Yann Martel Vita di Pi vincitore del Booker Prize nel 2002

 

 

 

Trama:

Il padre di Pi, un indiano proprietario di uno zoo, decide di trasferire famiglia e attività in Canada. Durante il viaggio al largo nell'oceano Pacifico la nave affonda e Pi si ritrova unico sopravvissuto su una scialuppa di salvataggio in compagnia di qualche animale e, soprattutto, di una tigre del Bengala, poco mansueta e molto arrabbiata. Pi dovrà escogitare un modo per sopravvivere e raggiungere la terra.

La vita di pi

Commento:

Scommessa vinta dal pluripremiato taiwanese Ang Lee, eclettico e camaleontico regista capace di passare con disinvoltura da un genere cinematografico all’altro e da un continente all'altro senza troppe cadute di stile (Hulk a parte per molti aspetti). Da molti ritenuta un'impresa quasi impossibile, il cineasta di origine asiatica ha battuto lo scetticismo adattando il romanzo di Yann Martel in un film riuscitissimo, visivamente di rara bellezza artistica e spiritualmente appagante, tanto da mettere in contatto emotivamente  lo spettatore con la propria accettazione della fede, Dio, e non attenzione, con una sola religione. Concetto sostenuto nel libro e dallo stesso protagonista del film che affronta nella sua giovane esistenza l’esplorazione e lo studio di ben tre religioni: l’induismo, il cristianesimo e l’islam, passando anche attraverso all’ateismo  rappresentato dalla figura del padre.

La vita di pi

Opera fondamentale nell’era delle cinismo globale. Narrativamente penetrante fin nello spirito, non conta più scindere il reale dal sovrannaturale, il vero e il falso. La pellicola di A. Lee deriva la sua energia dalla fortissima esperienza visiva e dal sapiente uso di momenti spiritualmente e emotivamente forti. Senza questo ingrediente fondamentale l’opera stessa perde molto del suo fascino, ritornando sui binari di un bel film che non si innalza ad opera necessaria. Non fraintendetemi, questa dura favola di sopravvivenza, racconto di formazione, è un opera coraggiosa e visivamente meravigliosa, uno dei film tecnicamente migliori di fine 2012. Percorre una lunga linea tra ciò che è impossibile e possibile ma senza empatia completa con lo spettatore, non colpisce il cuore e la mente oltre alla vista.

La vita di pi

Praticamente senza l’immersione spirituale “La vita di Pi” è solo una perfetta cartolina illustrata. Il finale a sorpresa rimescola le carte cambiando in breve tempo tutta la trama vista, riportando alla mente uno stile narrativo tanto caro al primo M. Night Shyamalan di cui ultimamente si sono perse le tracce artistiche.  Naturalmente per tutti quelli che troveranno presa emozionale con i 227 giorni in mare di Pi, la pellicola ha qualcosa di molto profondo che va oltre gli sfavillanti colori perché la consistenza emotiva è impressionante. Per loro le vette del capolavoro completo e non solo tecnico, non saranno precluse. La speranza e la fede salveranno l’uomo dal suo disastroso destino!? Sinceramente ancora non ho deciso in quale cerchia di spettatore schierarmi. Fino ad una prossima visione mi riservo il lusso di stare nel centro, tra chi ha apprezzato il film ma non ne è rimasto completamente segnato oltre il gradimento.

La vita di pi

Pro.

  • Racconto di formazione necessario.
  • Visivamente ed emotivamente appagante.

Contro.

  • Senza la completa fusione tra cuore e mente, smarrisce la sua forza.

 

 

La vita di pi

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