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La vita è facile senza stalker

Creato il 10 novembre 2015 da Cannibal Kid
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La vita è facile senza stalkerLa vita è facile ad occhi chiusi (Spagna 2013) Titolo originale: Vivir es fácil con los ojos cerrados Regia: David Trueba Sceneggiatura: David Trueba Cast: Javier Cámara, Natalia de Molina, Francesc Colomer, Ramon Fontserè, Rogelio Fernández, Jorge Sanz, Ariadna Gil Genere: on the road en el camino Se ti piace guarda anche: Tre uomini e una gamba, Così è la vita, Little Miss Sunshine, Y tu mamá también
Help, I need somebody. Aiuto. Ho bisogno di qualcuno che mi salvi dai film ruffiani, come questo lavoro spagnolo ambientato negli anni '60 La vita è facile ad occhi chiusi. Che non è un film brutto. Oddio, non è manco un film bello, forse giusto a occhi chiusi. La regia infatti difetta parecchio di personalità e anche a livello di fotografia non si segnala in alcun modo. Pure tenendo gli occhi chiusi però le cose non è che vadano poi tanto meglio. I dialoghi sono banalotti, lo sviluppo dell'intreccio ha un andamento prevedibile e i tre protagonisti sono tutti, chi più chi meno, parecchio detestabili.
Il protagonista in particolare. Un insegnante di inglese e di calcio fissato con i Beatles e in particolare con John Lennon. Al punto da decidere di mollare tutto per una manciata di giorni e partire all'avventura per cercare di conoscerlo, in occasione di una sua tappa in Spagna per girare una pellicola da attore. Più che fissato, il protagonista del film pare proprio uno stalker maniacale di John Lennon. In pratica è un potenziale altro Mark David Chapman.

La vita è facile senza stalker

"Leggo solo Il giovane Holden e ascolto solo i Beatles."


Durante la sua trasferta per stalkerare incontrare Lennon, lo psicopatico protagonista tira su due autostoppisti. A sorpresa non li fa fuori. Semplicemente li carica su quello scassone di auto che si ritrova e con loro parte per un'avventura on the road che sembra uno dei primi film di Aldo, Giovanni e Giacomo come Tre uomini e una gamba e Così è la vita. Può essere considerato una versione meno divertente, molto meno divertente, e a ben vedere anche meno profonda, di queste pellicole. Al punto che, almeno qui in Italia, l'avrebbero potuto intitolare Due uomini e una donna, solo che forse sarebbe suonato un po' ambiguo e qualcuno avrebbe potuto pensare di trovarsi di fronte a un pornazzo, cosa che purtroppo non è. Oppure lo avrebbero potuto intitolare Così è la vita è facile ad occhi chiusi, ma sarebbe suonato da schifo e senza senso, ma d'altra parte anche “A Hard Day's Night” come spiega il prof nel film non è proprio un titolo corretto e sensato, quindi ci sarebbe pure potuto stare.
La vita è facile ad occhi chiusi è allora giusto un filmetto on the road di medio livello, come se ne sono visti tanti e come ne sono stati girati di parecchio migliori, da Little Miss Sunshine a Y tu mamá también, tanto per citarne due vagamente simili. Eppure in Spagna sono del tutto impazziti, sono diventati locos per questo filmetto. Tanto che ai premi Goya 2014, l'equivalente iberico degli Oscar o dei David di Donatello o dei Cannibal Awards, La vita è facile ad occhi chiusi si è portato a casa a occhi chiusi ben 6 premi:
- Miglior regista, l'anonimo David Trueba.
La vita è facile senza stalker

- Migliore attore protagonista, il fastidioso Javier Cámara.
La vita è facile senza stalker

- Migliore attrice rivelazione, la insipida (e manco particolarmente figa) Natalia de Molina.
La vita è facile senza stalker

- Migliore sceneggiatura originale, il buonista ma tutt'altro che incisivo copione di David Trueba. L'aspetto migliore del suo script sono i riferimenti ai pezzi dei Beatles, “Help” su tutti. Per il resto, c'è da segnalare l'apprezzabile tentativo di inserire un sottotesto politico. La Spagna negli anni '60 era ancora sotto il regime franchista e la pellicola suggerisce come l'unione delle forze tra generazioni differenti potesse portare a un suo superamento. Basta smetterla di vivere con gli occhi chiusi. Un messaggio bello, che in patria è stato di certo sentito parecchio ed è probabilmente il motivo per cui hanno tanto straveduto per questo lavoro. Solo che è anche un messaggio che passa in una maniera troppo timida. Capisco che l'intenzione era quella di fare una pellicola intimista e poco urlata, però un po' di coraggio in più ci voleva.
La vita è facile senza stalker

- Miglior colonna sonora a Pat Metheny. Uno da un film del genere si immagina di sentire dei pezzi dei Beatles e invece no. Probabilmente ciò è dovuto a questioni economiche, visto che acquisire i diritti per usare i loro brani non credo costi proprio pochino. Una grande produzione come quella dei Minions se li può permettere, un piccolo film spagnolo come questo no. Giusto nel finale viene suonata “Strawberry Fields Forever”, che per altro è una delle mie canzoni preferite del repertorio beatlesiano, ma è anche una scelta ampiamente prevedibile, considerato il titolo della pellicola. Per di più il pezzo non è presente nella versione originale dei Fab Four, bensì in una versione cantata da tale Neil Harrison, il leader della tribute band The Bootleg Beatles. In altra parole: 'na poracciata. La produzione ha deciso di risparmiare sulle canzoni originali dei Beatles e ha poi invece scelto di sprecare i suoi soldi affidando la colonna sonora a Pat Metheny, che ha realizzato una serie di arpeggi insipidi che persino io che non so suonare la chitarra riuscivo a fare di meglio. Questa pellicola avrà anche vinto tutti i premi Goya di questo mondo, ma di premi Goi non gliene avrei dato manco uno, soprattutto non quello per la miglior colonna sonora.

La vita è facile senza stalker

"Beccati 'sta schitarrata, Cannibal!"


- Miglior film. E se questo è davvero il miglior film spagnolo dell'anno, il cinema spagnolo non ha certo vissuto un'annata di quelle memorabili. (voto 5,5/10)

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