Uscire dalle regole per cercare la propria anima, quella autentica svestita di formalismi, rigidità, falsi bisogni ed intime dipendenze… per incontrare l’altro e la reale e concreta opportunità di Amare è un’operazione “chirurgica” che quanto meno ci chiede di metterci “a nudo” e svelarci per quelli che siamo veramente… Si comincia così… Scorticando la corteccia del Sè
Per essere 2 si deve essere un pò meno 1… ma quando non si ha nemmeno la pienezza di quel 1 come si può concepire se non CONIUGARE quel due…?
La scrittrice francese Marguerite Duras afferma che coppia è la fine dell’avventura individuale di ogni ordine e grado, e che per essere in due, per far funzionare la coppia, bisogna essere un pò meno uno…ovvero che accanto ad ogni pensiero, dentro il tempo che si vive e quello che verrà si stende l’ombra dell’altro… In realtà i terreni sui quali ogni coppia si confronta, giorno dopo giorno sono molti. Lo spazio, il denaro, i ruoli che si assumono e poi… poi ci sono gli altri e le relazioni che si intraprendono.
Ma in questa relazione tra l’ io ed il tu, c’è una realtà indispensabile, un “si ne qua non” esiste alcun tipo di relazione: l’amore per sè stessi.
Amarsi, accettarsi per quello che si è, al punto che l’immagine che si ha di sè stessi influisce in modo determinate sul modo di comportarci e quindi, sul rapporto con gli altri, è l’unica chiave d’accesso ad un rapporto stabile e felice con l’altro.
Amarsi non è costruire un circolo vizioso di egoismo ed individualismo, dove al centro c’è la valorizzazione del sè a 360°, piuttosto è un ascolto dei propri desideri, dei propri sogni, un avere cura della propria persona e del proprio benessere psico-fisico al punto che
Ci amiamo veramente quando siamo in grado di realizzare i nostri sogni , o quanto meno impieghiamo le nostre energie per la loro effettiva realizzazione.
Ogni relazione di coppia, infatti, offre a entrambi i componenti la possibilità di scoprire l’autenticità del proprio rapporto con l’altro e con gli altri esseri umani in genere e, attraverso questo rapporto, anche la propria identità.
Purtroppo, spesso, tale opportunità non viene colta e la relazione di coppia si limita ad essere il luogo dove l’angoscia (di restare soli) viene sedata e la relazione con il mondo annullata.
Alla luce di alcune idee della Teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali, il costituirsi e il disfarsi di una coppia si rivela essere il segnale della capacità umana di trovarsi o di perdersi…
Ci si innamora sempre dell’immagine che l’altro ci rimanda di noi e di quella che gli rimandiamo. La scelta del partner deriva dalla ricerca di oggetti
interiorizzati del passato e viene effettuata per somiglianza o per differenza
con il genitore di sesso opposto. Ogni relazione coniugale è il luogo in cui si manifestano le relazioni oggettuali irrisolte del passato, e ciò consente ai due
partner di scoprire parti della propria personalità fino ad allora negate.
La relazione di coppia può avere un “ruolo evolutivo” e diventare il luogo in cui risolvere i propri problemi interiori, favorendo l’ulteriore differenziazione dei partner e completando il distacco emotivo dalla famiglia d’origine.
Essa può invece avere un “ruolo involutivo” avviando attraverso l’attribuzione reciproca di sentimenti condivisi, un processo collusivo che ripete una modalità relazionale finalizzata a mantenere un senso di coesione del Sé.
Dunque ci si innamora delle relazioni e non delle persone e ci si disinnamora quando l’immagine che l’altro ci rimanda di noi non ci piace più.
Il rapporto di coppia è solo una replica della propria (in)capacità comunicativa.
Si può amare qualcuno nato solo dalla propria immaginazione?
Siamo tutti di fatto incapaci di amare e inamabili?
La risposta consiste nell’ intraprendere il viaggio verso se stessi.
La via è sconosciuta, per questo esige fede…
quel tipo di fede che nasce dalla disperazione, chiunque ne saprà ben poco fino a che non vi sarà arrivato, sarà un viaggio cieco.
Ma la via sbocca nel possesso di quanto si è fino ad ora cercato nel luogo sbagliato…
*dipinto di Emma Martin
Ogni essere umano deve compiere uno sforzo titanico per diventare “individuo” e per costruire la propria identità senza rimanere imprigionato nelle identità altrui o isolato dal mondo relazionale.
Soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, e poi per l’intera vita di ognuno, l’avvio del processo di individuazione può avvenire solo per mezzo di una
relazione di coppia, a partire dal rapporto primordiale con la propria madre prima e con altri soggetti significativi poi…fino a sbarcare nella coppia:
il luogo della reciprocità dell’incontro con l’altro, dell’ autodeterminazione della propria individualità! Dove essere 1 + 1.
Dove sondo, sommozzatore, la voragine buia
Nell’ansia di scoprire, negli arcani più fondi
Sotto l’oceano… oceani e, più in là, la mia immagine…”In te amo…(da “Il Tuffatore”)-Vinicius de Moraes