In questo romanzo nostalgico e introspettivo, che attraversa il ventesimo secolo, una fine, lieve ironia attenua la vena di amarezza. Protagonisti di “Una stupida avventura” sono Rossana e la sua famiglia, genitori e nonni paterni, ma il lettore che, arrivato alla fine, pensa che si tratta di una saga familiare, si sbaglia di grosso.
I personaggi, con i loro piccoli fatti quotidiani, offrono alla trama solo qualche sentimento basico come l’avidità o la concupiscenza, il cui ossessivo perseguimento risulterà alla fine regolarmente vanificato dalla Storia e dalle sue tragedie sottolineate ironicamente dalle canzonette d’epoca.
Il vero protagonista di questo romanzo è invece, come avrebbe detto Albert Camus, il sentimento dell’assurdo che domina la vita. L’alternarsi di capitoli indifferenti al rigore cronologico è la rappresentazione anche stilistica della confusione cui tende la vita, l’entropia che già Mimmi aveva scelto come tema del suo raffinato “Corso di lettura creativa”.
Nel cieco dibattersi generale, quasi una tragedia greca ridotta a parodia, avanza Rossana (che avrebbe ben potuto chiamarsi Cassandra), miracolosamente conscia fin da bambina della stupidità di questa avventura (“Si passa la vita a cercare una giustificazione della vita stessa. Se si fosse capaci di farne a meno ci si risparmierebbe un sacco di fatica inutile”), ma capace di affrontare l’esistenza traendone quanto c’è di buono e senza dare troppa importanza al resto. La sua è una lezione di tranquilla saggezza, di una umiltà colma di dignità (“Forse, se io avessi qualche talento particolare, ancora ancora si potrebbe giustificare, ma io ho doti mediocri, lo so e l’ho sempre saputo, e non vedo lo scopo di alzarmi presto per quarant’anni a produrre mediocrità”), capace di riscattare l’assurdità dell’esistenza. E così, grazie a lei, una parabola che potrebbe apparire triste diviene invece un esempio di serenità, quasi una lezione di moderno stoicismo.
L’autore di questo romanzo coltiva una solidità di temi e una originalità di stile che lo rendono evidentemente alieno a un mercato letterario che privilegia la superficialità e il successo effimero. Una ragione di più per leggerlo.
- Autore: Franco Mimmi
- Editore: Lampi di stampa
- Anno: 2012
- Pagine: 212
- Formato: 14x21 cm, brossura
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