La vita quotidiana a Roma (all'apogeo dell'impero) è un saggio del 1939 di Jérôme Carcopino (tit. or. La vie quotidienne à Rome à l'apogée de l'Empire). Si tratta di un classico e, a scanso di equivoci, è anche un libro per molti aspetti parecchio datato, ma la Laterza in Italia (e la Hachette in Francia) giustamente continuano a stampare e promuovere. Di fatto è uno di quei libri che rappresentano tuttora un classico: ovvero, quelle fonti inconfessate e diffusissime (e in buona parte inconsapevoli), una specie di must know, o una di quelle letture sempre rimandate dagli studenti di lettere in cerca della vera conoscenza, a scanso di equivoci e delle fatiche inutili dell'apprendimento da "rivedere". A mio avviso, vanno viste come vantaggio ermeneutico proprio le stesse osservazioni che Ettore Lepore premette all'edizione italiana, in merito all'evidente contestualizzazione dittatoriale dei tempi in cui Carcopino scrisse. La storiografia di questo libro è storicamente determinata e ormai riconosciuta; ma questo filtro, una volta che sia "isolato" come tale, non aiuta forse ad apprezzare meglio il contenuto stesso dell'opera?
Le mie competenze - e credo di poter dire, ormai, le competenze di pochi - non sono in grado di seguire i molteplici aggiornamenti su tutto il campo dei Realia qui racchiuso, al più potrei provare a inseguire uno o due filoni in modo compiuto e organico: l'enciclopedismo di Jérôme Carcopino è meraviglioso e abbagliante. Lo ammetto, come quando ero studente, anche oggi a rileggerlo mi sento un po' bambino in gita col nonno per una città magnifica e lontana, leggendo La vita quotidiana a Roma. Sebbene oggi le mie competenze siano maggiori di allora (e certo, le si vorrebbe di molto più mature), durante questa lettura ho imparato ancora tantissimo e ricordato cose che poi nella pratica professionale, curiosamente, si perdono. Dico "curiosamente" perché è un fatto che in fatto di lingua e cultura latina (come prima o poi rischia di chiamarsi l'odierno insegnamento di letteratura latina), questo libro di Carcopino costituisce un corso completo, una miniera di informazioni e di curiosità, con un'aneddotica ricchissima e variegata.
Il sottotitolo, espunto nella copertina dell'edizione italiana (forse per timori commerciali), ma presente nel frontespizio, dice chiaro e tondo (come lo stesso Jérôme Carcopino sottolinea nella prefazione) che la vita quotidiana di cui si parla è quella all'apogeo dell'impero, cioè quella che nei manuali scolastici viene designata come era degli imperatori per adozione, da Traiano a Marco Aurelio. Ma l'autore, autentico archeologo (ovvero cultore dell'antichità) spazia con sicurezza e un linguaggio accessibilissimo in tutte le ere della civiltà romana, garantendo così ai lettori di ieri e di oggi una panoramica completa - e in certi casi anche una parabola - della vita a Roma dalla tarda età repubblicana ai più grandi imperatori. E non solo a Roma: frequenti sono le incursioni "fuori porta", sia pure per differentiam, ovvero al solo scopo di confrontare la vita nella capitale e nella provincia di un impero fortemente accentratore, ovvero concentrico, sia sul piano territoriale sia su quello sociale.
Le fonti preferenziali per la ricostruzione di questo mondo sono del tutto coerenti e tutt'oggi non si potrebbe che partire da lì: Petronio, Plinio il Giovane e Plinio il Vecchio, Marziale e Giovenale. E dalle fonti Jérôme Carcopino ricava un lessico di vertiginosa ampiezza (che io ammetto di non possedere ancora per intero e che me ne rende indispensabile la continua consultazione). Forse la ricchezza di materiale e l'articolazione dei contenuti - che richiedono un piccolo sforzo al lettore per ricostruire la giornata tipo dei diversi romani, una specie di linea del tempo mentale - talvolta finiscono con il sovraccaricare chi si avventuri nella Roma antica con questo libro: ciò può essere da taluni scambiato per noia (per non parlare del tono un po' moralistico di certe tirate...) - e, sì, devo dirlo, anche a me è venuta qua e là la voglia di scorrere rapidamente una pagina e passare oltre - ma non credo ci sia nulla di male. Purché si accetti il necessario - notevolissimo - rinnovamento storiografico di oltre settant'anni, ovvero il fatto che abbiamo tra le mani un libro datato, si può tornare e ancora tornare su La vita quotidiana a Roma con sicuro profitto, soprattutto per ciò che riguarda i testi e la loro interpretazione da parte di un uomo di cultura a dir poco invidiabile. Che poi è l'inizio della propria su basi sicure e solide.