Image via Wikipedia
Mito e favola, architettura e storia si uniscono con entusiasmo nelle pagine di Edward Hollis, capace di farci appassionare ai tanti elementi che rendono unici tredici “edifici”, dal Partenone al Muro di Berlino, da Notre Dame alla Santa Casa.
LA VITA SEGRETA DEGLI EDIFICI. Edward Hollis, Ponte alle grazie
Da sempre l’architettura è sinonimo di stabilità, perfezione, immutabilità. Le piramidi di Giza, il Partenone di Atene, la cattedrale di Notre-Dame a Parigi, sono tutti simboli di un passato che non vorrebbe lasciarsi scalfire dal trascorrere del tempo. In realtà non è affatto così: ogni edificio ha alle spalle un passato estremamente vitale e spesso tormentato, fatto di distruzioni, rifacimenti, sovrapposizioni che si sono accumulate nel corso dei secoli. I capolavori dell’architettura non rispecchiano quasi mai le intenzioni del progettista che li ha creati in origine, ma le esigenze, i sogni e le contraddizioni di chi li ha abitati, vedendovi di volta in volta un segno inequivocabile della propria devozione, del proprio potere, o semplicemente un luogo dove abitare: sovrani, ecclesiastici, amministratori, gente comune.
Edward Hollis ripercorre qui la «vita segreta» di tredici simboli dell’architettura di tutti i tempi, dal Partenone, le cui rovine oggi rischiano di dissolversi per sempre, a Venezia e la basilica di San Marco, a loro volta riprodotte sul Sunset Strip di LasVegas, vero e proprio miraggio in mezzo al deserto; dai giardini incantati dell’Alhambra alle rovine surreali di Sans Souci a Potsdam, fino al Muro di Berlino, la cui caduta avrebbe segnato la fine della storia. Tutt’altro che simboli di perfezione e stabilità, le grandi opere architettoniche sanciscono la transitorietà stessa della vita e delle ambizioni umane, resa così bene dalle parole, queste sì senza tempo, di Prospero nella Tempesta shakespeariana: «Noi siamo tessuti con la stessa trama dei sogni»…
I GIUDIZI
“Hollis sa che l’architettura si adegua a chi la abita. E’ cioè un’arte contraffatta, mutevole, fragile, e perciò eternamente viva.”
Gianni Biondillo
“Un libro intessuto ad arte: una specie di manoscritto miniato, dove le parole si sostituiscono alle immagini… Una stupenda collezione di storie scolpite nella pietra.”
The Guardian
“Unendo un giudizio iconoclastico e uno stile narrativo vivace, Hollis crea una specie di controstoria dell’architettura, che racconta la vita degli edifici a partire dal momento in cui i loro architetti hanno finito di costruirli… Intrecciando realtà e immaginazione, trasforma ogni edificio in una vera e propria leggenda tramandata dalla tradizione orale.”
The Washington Post
UN BRANO
“Gli edifici sopravvivono molto più a lungo degli scopi per cui sono stati eretti, delle tecniche con cui sono stati costruiti e dei canoni estetici che ne hanno determinato l’aspetto; subiscono innumerevoli sottrazioni, addizioni, divisioni e moltiplicazioni, e presto forma e funzione finiscono per avere poco a che fare l’una con l’altra.”