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La vita: un soffio ad una candela accesa

Da Johakim @Johakim
La vita: un soffio ad una candela accesa
Tempo.
La strada sulla quale cammino a volte è in salita, a volte scorre diritta e senza curve ed altre ancora scivola velocissima lungo una discesa che sembra non abbia mai fine.
E' la fine che mi lascia nel dubbio. Mi lascia un sapore di cibo lasciato nel piatto.
Sto consumando pietanze con voracità inaspettata, quasi non fossi mai stata sfamata, quasi non avessi mai gustato del tutto quel particolare tipo di cibo o bevuto di quel boccale di vino. Sensazioni fantastiche, mi fanno volare.
Eppure la sensazione di non aver spazio, di non avere la possibiltà nè occasione, di non avere tempo mi lascia come in sospeso.
Accadono cose che ti pongono di fronte ad un pensiero deciso, fermo, quasi un segnale al neon nel buio della notte: "sbrigati!"
Basta poco, basta davvero nulla ed hai perso la tua occasione. Basta aver girato la testa nel momento sbagliato e sei caduta, non potrai più rialzarti. Il tempo è finito.
Non voglio avere il rimorso di aver lasciato cose incompiute.
Mi sto occupando di me. Osservo i miei desideri, li coccolo come fossero teneri esseri appena sbocciati. Loro, tanto a lungo lasciati a sopire sotto macigni di ghiaccio. Ascolto la voce del cuore che chiama e che grida per essere libera. Mi vedo raccogliere fiori, saltare nei prati, comporre canzoni d'amore e scrivere toccanti poesie. Mi ascolto mentre nuove parole mi scorrono lungo le labbra senza pudori e sento tutto il mio essere aver finalmente uno spazio nel mondo... ma vorrei avere uno spazio, nel tempo.
Vorrei riavere del tempo e gustare questo nuovo sapore di me col dovuto rispetto, con la dovuta attenzione. Osservare il mio volto allo specchio e seguirne i contorni con un pò più di attenzione. Fermarmi un istante e sorridere. Vorrei raddoppiare il tempo dei momenti bellissimi, ne ho parecchi in questi ultimi tempi. Posso chiedere di fermare il tempo nel momento in cui vivo una gioia profonda?
Posso chiedere di togliere brandelli di spazio trascorsi nell'inutilità di un vissuto incoerente?
Vedo questo tempo bastardo sorridermi appresso come fosse un mariuolo di strada. Ammicca con quel cappello sgaulcito e con le scarpe che non hanno più suola. Mi corre davanti sfuggente, le guance paonazze dalla sua corsa sfrenata. "Fermati tempo e dammi la mano! Accompagnami con dolce lentezza, ti prego!"
Avvertimi quando non sento i rintocchi del tuo orologio fatto di niente. Fermami quando non vedo dove posso fermarmi a guardare la vita e stringimi quando mi vedi seduta a guardare nel nulla. Sgridami se vedi che indugio in cose che non mi servono a nulla e abbracciami forte negli indimenticabili giorni di qualche mia nuova conquista.
Portami ad essere una donna migliore. Scrivi con me queste ultime pagine mettendo le virgole quando i discorsi si fan troppo lunghi. Non metterci il punto. Non ora. Ho ancora del cibo nel piatto e profuma di buono: è la prima volta che cucino per me.

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