La vittoria del partito dell'estrema sinistra Syriza alle elezioni anticipate greche e' un evento storico sia per la Grecia che per l'Europa, scrive in un commento, subito dopo l'esito del voto, uno dei piu' noti giornalisti e analisti di politica estera croato e precisa che alla vittoria netta di Syriza ha aiutato il sistema elettorale greco. Pero', piaccia o non piaccia, la vittoria di Syrize e' un buon segnale sia per la Grecia che per l'Europa, prosegue questo commento e rileva che per la prima volta, alle elezioni ha vinto il partito che ha contrastato apertamente la dittatura di Bruxelles e di Berlino. Quando nel 2012 il socialista Francois Hollande ha vinto alle elezioni presidenziali francesi, la sua prima visita di stato e' stata quella in Germania, ricorda l'autore, Damir Matkovic e aggiunge che i messaggi elettorali e post elettorali di Alexis Tsipras fanno presumere pero' che ne' la Germania ne' l'Ue non potranno ignorare le richieste e proposte greche. Nelle prime reazioni la Germania ha rigettato ogni idea di nuovi negoziati. Anche se la cancelliera Angela Merkel e' il sostenitore piu' duro del pieno adempimento degli obblighi greci, persino a prezzo di una ripresa piu' lenta dell'economia greca, non e' da trascurare il fatto che nel febbraio 1953 con l'Accordo di Londra gli alleati avevano cancellato la meta' dei debiti tedeschi. Era chiaro che la Germania distrutta dalla guerra non poteva riprendersi sotto un debito cosi' pesante. La Germania aveva ottenuto un'altra agevolazione: il debito veniva pagato soltanto con i soldi dell'esportazione delle merci e dei servizi. In altre parole, se i creditori volevano i loro soldi, dovevano importare di piu' dalla Germania. All'epoca, tra i creditori che cosi' generosamente avevano alleggerito il debito tedesco, c'era anche la Grecia, ricorda l'analista politico croato.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 1 febbraio a Radio Radicale
Va detto anche che la Grecia ha una ricca esperienza sulla bancarotta statale e sulla destabilizzazione dell'unione monetaria. Dall'indipendenza, ai primi del novecento, in tutto 5 o 6 bancarotte, l'ultima e' stata quella del 1932. La Grecia destabilizzo' anche l'Unione monetaria latina che nel 1865 fu fondata dalla Francia, Belgio, Italia e Svizzera e dopo si unirono a loro anche la Grecia, Serbia, Bulgaria, Venezuela, Columbia, Peru' e altri paesi. Si basava su una relazione fissa del valore dell'oro e dell'argento. La Grecia pero' imbrogliava sul peso dell'oro e dell'argento e cosi' realizzava un sovra guadagno. Per questo motivo nel 1908 fu buttata fuori dalla LMU. Stesso accadde al cardinale Giacomo Antonelli e al Vaticano. Matkovic afferma che l'Europa non sta salvando la Grecia perche' generosa e solidale. Gli stati stanno salvando soprattutto le loro banche che avevano investito eccessivamente (dato in prestito) in Grecia. Le piu' esposte sono le banche francesi, svizzere, tedesche ed inglesi. Cosi', si afferma, il governo francese non puo' permettere il crollo della BNP-Paribas o della Société Générale, perche' queste banche sono troppo importanti per l'economia francese. Anche se la Grecia fa soltanto il 2 per cento della popolazione dell'Ue e soltanto il 2 per cento della sua economia, l'epilogo della crisi dei debiti greca e' importante per la futura direzione dei processi delle eurointegrazioni, si afferma in questa analisi.
Infine, si rileva che Bruxelles deve reagire comunque al fatto che in tutto il continente stanno crescendo i partiti dell'estrema sinistra e dell'estrema destra e si fa riferimento al Podemos spagnolo, al Movimento 5 Stelle in Italia, al Front National di Marine Le Pen che dimostra di essere il piu' organizzato partito francese. In vista delle elezioni parlamentari in Danimarca la piu' veloce crescita appartiene alla Dansk Folkesparti, un misto di populismo di sinistra e destra, in Gran Bretagna l'UKIP che chiede l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. I cittadini europei sempre di piu' sentono l'Ue come un corpo estraneo che si mischia troppo e senza grande successo in tutti i dettagli della vita quotidiana. L'arrivo di Syriza sulla scena politica bruxellese e' una occasione per l'Unione di presentare ai cittadini in maniera piu' efficace la sua missione. Perche' anche la piu' nobile idea, e l'Ue lo e' sicuramente, non ha influenza se nessuno, tranne un ridotto circolo di burocrati bruxellesi, non capisce di che cosa infatti si tratta, conclude la sua analisi Damir Matkovic.
'Novi list' di Fiume nella sua edizione di giovedi' 29 gennaio, punta sul fatto che il leader del partito “fratello” di Syriza in Spagna, Pablo Iglesias del Podemos, il quale si impegna altrettanto per la fine della politica di risparmio ha espresso grande soddisfazione per il trionfo di Syrize. “I greci avranno finalmente un vero presidente di governo, e non un inviato della cancelliera tedesca Angela Merkel, un presidente che mettera' al primo posto gli interessi del suo paese e dei suoi cittadini” ha detto Iglesias il quale sul suo Twitter ha scritto, parafrasando le strofe di Leonard Cohen: “First we take Athens, then we take Madrid!”(Prima prendiamo Atene, poi Madrid!”). Secondo 'Novi list' e' molto possibile che a fine anno Podemos trionfi alle elezioni parlamentari spagnole e che anche la Spagna segua la via greca. Il giornale croato rileva che la Spagna e' la quarta economia della zona euro e ottava forza economica nel mondo il che rappresenterebbe una sfida enorme per l'Ue, sicuramente molto piu' grande della vittoria di Syriza in Grecia.
In un altro articolo croato di questi giorni si racconta della presenza di Alexis Tsipras a Zagabria nella primavera del 2013, al Subversive Festival di Zagabria. All'epoca, Tsipras aveva detto che la Croazia, simile alla Grecia, diventera' una periferia europea, ma che niente in Europa rimarra' come prima quando lui diventera' premier greco. Allora Tsipras avvertiva che “il potere prende le decisioni che poi in un modo barbarico distruggono la coesione sociale della societa'”. Il conduttore di questo festival, Srecko Horvat, gia' allora, aveva presentato il rappresentante dell'estrema sinistra greca come “il futuro premier” e il carismatico Tsipras aveva ottenuto ovazioni del pubblico. Tsipras spiegava ai croati presenti che “si diceva che il problema sta nel fatto che i greci sono un popolo pigro invece di dire che il vero problema sono le banche e l'elitte politica corrotta”. E si chiedeva come mai lo stesso problema esiste in Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia – sono anche loro pigri?! Indicava che il problema e' strutturale, perche' “viviamo in un capitalismo di azzardo e neoliberalismo che dell'Europa non fa un' Europa dei popoli”. Per quanto riguarda il debito greco, spiegava che si impegna per la stessa soluzione del 1953 che riguardava la Germania. Tsipras lo vedeva come anche una soluzione per l'intera Ue senno', secondo la sua opinione, alcuni paesi diventeranno colonie. L'articolo ricorda che allora, al Subversive Festival, insieme al filosofo sloveno Slavoj Zizek, Tsipras parlava del “ruolo della sinistra europea”.
Quanto al contenzioso sul nome della Macedonia, la ragione per cui questa ex repubblica jugoslava gia' da due decenni resta bloccata nei tentativi di integrarsi nella NATO e nell'Ue, Tsipras avvertiva che i paesi balcanici non devono “cedere al nazionalismo, bensi' lottarci contro”. “La gente nei Balcani, nonostante le recenti guerre, deve capire che il futuro sta nella collaborazione” diceva Tsipras a Zagabria nel 2013 e aggiungeva di impegnarsi per una piu' stretta collaborazione di tutti i paesi dell'Europa meridionale perche' “per un cambiamento delle relazioni del potere all'interno dell'Ue sono necessarie le alleanze” invece che lasciare che tutte le decisioni “siano prese dalla Merkel e dal suo ministro delle finanze Schäuble”. “la Croazia tra poco entrera' anch'essa nella periferia dell'Unione e dovrebbe collaborare con gli altri” diceva Tsipras. Syriza ha vinto in base ad un programma ufficiale di 40 misure che intende realizzare in quattro anni di mandato e il quotidiano di Spalato 'Slobodna Dalmacija' riporta 11 misure principali osservando che per quanto riguarda i temi economici, questo programma potrebbe avere un titolo di lavoro quale “La via verso l'Inferno e' pavimentata dalle buone intenzioni”.
Le prime mosse di Tsipras si aspetta con interesse il vicepresidente del Parlamento croato, il socialdemocratico Nedan Stazic il quale rileva che molti paesi sono ridotti letteralmente alla schiavitu', una volta si diventava schiavi con gli eserciti, oggi lo si fa con i debiti. Stazic dice comunque di non vedere una possibilita' che l'esito del voto in Grecia abbia riflessioni simili in Croazia e questo soprattutto perche' simili opzioni politiche in Croazia non sono guidate abilmente e non possono articolare la loro politica. Ma il loro populismo irresponsabile, afferma il vicepresidente del Sabor croato, e' ugualmente pericoloso come l'estrema sinistra o destra. A livello mondiale e' necessaria una nuova filosofia di speranza e giustizia, commenta Stazic. Ai colleghi della Syriza congratulazioni da parte della leader dei laburisti croati la quale afferma che tra i vincitori greci e i laburisti croati ci sono molti punti comuni, ma tre i piu' importanti – sono entrambi contrari alla politica di risparmio, sono a favore delle tassi ai ricchi nonche' per il rafforzamento delle misure sociali. La presidente dei laburisti spera che l'esempio greco influenzera' gli elettori croati.
Da parte del maggiore partito di opposizione croato, l'HDZ, il partito della neoeletta presidente croata, non c'era molta prontezza per analizzare la vittoria di Syriza. Oltre alla frase che il popolo greco ha deciso, hanno osservato che la situazione in Croazia e in Grecia e' diversa perche' la Grecia fa parte della zona euro. I rappresentanti dell'HDZ hanno affermato che i cittadini croati hanno riconosciuto che l'HDZ sia la soluzione il che e' stato confermato alle elezioni presidenziali. E la sorpresa delle recentissime presidenziali in Croazia, il terzo arrivato, Ivan Vilibor Sincic del Muro vivo ha paragonato la sua organizzazione con Syriza rilevando che il Muro vivo, come i vincitori alle parlamentari greche, lotta contro le misure di risparmio. Per quanto riguarda altri punti del programma, Sincic ha risposto che la sua organizzazione non ha ancora il suo programma politico. Come Syriza promette 300 mila posti di lavoro, una occupazione di massa promette anche il Muro vivo croato. Questa organizzazione annuncia pero' lustrazioni, vale a dire “punizione di tutti quelli che hanno preso parte nei saccheggi, tradimento di stato e impoverimento della popolazione. Il Muro vivo vuole anche l'uscita della Croazia dall'Ue e dalla NATO. A prima vista sembra che l'organizzazione croata che ha vinto l'oltre 16 per cento di preferenze sia piu' radicale dell'estrema sinistra greca, ma essa si vuole presentare non come la sinistra bensi' come un partito transideologico.