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La voce celestiale dei castrati

Creato il 30 gennaio 2012 da Witzbalinka

Nel mondo musicale si conosce l’esistenza dei cantanti eunuchi sin dal primo periodo dell’Impero bizantino nel V secolo d.C. L’imperatrice Elia Eudossia aveva un maestro di canto eunuco chiamato Brisona, che molto probabilmente fu chi iniziò i castrati nei cori bizantini. Tra il IX e il XII secolo abbiamo l’esempio del coro della Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli. Alcuni esperti dicono che i soprani falsetti spagnoli erano stati probabilmente castrati fino al periodo in cui si perse il predominio arabo sulla Spagna. Durante alcuni secoli non abbiamo documentazione. E torna ad apparire in Italia nel XVI secolo, dove i primi bambini castrati erano spagnoli. Il duca Alfonso II di Ferrara fu uno dei primi entusiasti di questi nuovi cantanti. Diversi papa cominciarono a reclutare questo tipo di cantanti per i loro cori. Apparentemente uno dei primi a entrare nei cori dei pontefici fu lo spagnolo Francisco Soto de Langa nel 1562. Il fatto è che gli eunuchi riuscivano a raggiungere tonalità che solo le donne riuscivano a ottenere e che però non potevano cantare nelle liturgie. Trenta due papa fecero uso dei castrati nella Cappella Sistina. La pratica non era né legale né riconosciuta e di fatto furono molti i bambini che morirono a causa delle infezioni causate da questi interventi traumatici. Per chi non riusciva a diventare famoso lo si teneva riservato per un coro di una chiesa, se fortunato, molti invece erano obbligati a prostituirsi.

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Alcuni tra i castrati più conosciuti furono Mattero Sassano (Matteucco), Nicolò Grimaldini (Nicolini), Gaetano Majorano (Caffarelli) e Gioacchino COntio (Gizzielo). L’ultimo dei castrati, Alessandro Moreschi, morì nel 1922.

 

Senza ombra di dubbio il più virtuoso fu Carlo Broschi, conosciuto come Farinelli. Studiò canto a Napoli con Niccolò Porpora. Farinelli aveva una voce da mezzosoprano molto estesa e poteva toccare al contempo tonalità molto basse e molto alte. Il suo debutto ebbe luogo nel 1720 con un successo grandioso che lo portò a cantare in diverse capitali europee. Il pubblico apprezzava il suo virtuosismo e si commoveva per la sua agilità tonale.

 

Nel 1737 entra a far parte della corte del re Filippo V di Spagna che soffriva di nevrastenia e melanconia. Ma la prima volta che Farinelli cantò per lui, si dice che il re sentì un effetto così balsamico che gli chiese di non separarsi mai più da lui e che non tornasse a cantare in pubblico.

 

Di Farinelli di dice che venisse rispettato da tutti, circondato perennemente da donne e adulato da tutte le parti. Paradossalmente la sua morte ebbe luogo a Bologna, circondato da solitudine e nostalgia. Si dice che i castrati avessero una sensibilità speciale.

 

Il direttore belga Gerard Corbiau portò nel 1994 la sua vita sugli schermi con il film Farinelli -Voce Regina, ruolo interpretato da Stefano Dionisi.

 

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