L’attesa riunione del CdA del Trentodoc o Trento (non si sa bene come chiamarlo) c’è stata. Le gazzette, però, non hanno gazzettato. Si può verosimilmente immaginare che non sia stato prodotto alcun comunicato stampa. Non è obbligatorio, per carità; ma siccome alla fine della fiera tutto l’ambaradan serve per vendere di più e meglio, meglio avrebbero fatto, i trentodocchisti, a dare informazione di quello che bolle in pentola. Invece niente. Nemmeno un cenno al tanto tempo perso per commentare argomentazioni, insinuazioni, domande (e risposte) che questo ed altri blog, ma anche giornali locali, pongono e rilanciano da parecchio tempo. Si dice si sia parlato del finanziamento dell’Istituto e delle attività da fare, si sarebbe disquisito sulla proprietà del marchio Trentodoc e sul come fare per acquisirlo e per usarlo come piacerebbe ai produttori anziché all’ente pubblico e via elencando. In attesa di una parola ufficiale resta l’insipida sensazione che quest’aquila di Trento annaspi in una confusione d’idee, bloccata a terra da non meglio specificati interessi affinché nulla si muova. Gattopardescamente.
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