La zia, le caserme e il metodo classico (che non c’è)

Da Trentinowine

“Ziaaaaaaaa, dov’è lo spumante?”
“Quello dolce è di sotto, il Prosecco è di sopra”

Conversazione rubata mentre, questa sera, stavo entrando a casa della mia amichetta preferita per il cenone di fine anno. Amichetta che, fra l’altro, è una lettrice assidua (ma forse lo dice solo per farmi piacere) di questo blog, dove ogni giorno ce la meniamo, e ci scazziamo e ci incazziamo, con il Metodo Classico.
Cosa avrei dovuto fare di fronte a questo scempio lessicale, che è anche scempio fenomenologico? Ho fatto quello che fanno quelli che si arrendono, sfiniti e atterriti e atterrati e alla fine rassegnati alla realtà: ho fatto DietroFront (omaggio alla mia amichetta che ama le caserme e le pistole sul comodino, ma che non distingue un Prosecco da uno Champenois). Eccosì, in questa notte di San Silvestro 2012, eccomi qui: il divano e una bottiglia di Aquila Reale. E adesso, da questo divano, provo a riflettere sul se e sul come. Oppure mi ubriaco. Classicamente.


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