Dopo quattro anni non è più un caso, è sistema. Mi riferisco al blog.
A giugno scorso, talmente complicato è stato il periodo che ho vissuto (e per fortuna superato), che ho trascurato l’anniversario di questo postaccio.
Rimedio ora, non illudendomi di recuperare, ma dando a queste pagine l’importanza che meritano nella mia vita. Perché sono quattro anni che scrivo sul blog, oltre mille articoli, cinque ebook (sì, dei veri libri), e non può essere un caso.
Oggi, intendo proprio il 13 Settembre 2013, questo posto mi sembra uscito da Stalker di Tarkovskij. Umido, limaccioso, consunto, con un cane nero che se ne sta lì, ad aspettare di far la guardia (non specifico a chi). Meglio non approfondire la questione cane e simbologia a esso legata. Anche perché sono di buon umore.
Però il posto è lo stesso, luogo silenzioso e incomprensibile, che tanti vogliono visitare, restando a guardare.
Questo posto, a dispetto del silenzio che oggi corre lungo le pagine, è molto più affollato del solito. C’è una folla intera, là fuori, armata di binocoli.
E sta bene così. In fondo, lo sapete, le chiacchiere non mi sono mai piaciute. Mi fa piacere, al contrario, sapere che la mia voce sia ancora ascoltata. Non sapete quanto. E di questo vi ringrazio.
Ho iniziato come blogger non sapendo cosa fosse un blog, illudendomi di saperne di cinema e di… non so nemmeno perché l’ho aperto, questo posto, in fondo.
Gli auspici erano nefasti: un forum (che non esiste più) fallito in partenza, pochi contatti, pochissimo dialogo. Qualche fissazione con l’estetica, la musica di tutti i generi, un po’ di sano orgoglio. La testardaggine di sapere come vanno le cose. E di dire come stanno le cose. Ché, cazzo, lo fanno in pochi.
Poi l’idea è stata applicare le regole della narrativa al cinema. Non facendone una questione personale, o evidente, declamando regole su regole; piuttosto rendendola sottile e caparbia, articolo dopo articolo. Probabilmente a qualcuno, più di qualcuno in realtà, questa cosa è arrivata.
In un tempo che è stato nulla, mi sono accorto di essere seguito e letto. Sensazione nuova, inconsueta, mentre il contatore delle visite cresceva sempre più, altri blog crescevano e morivano, altri svelavano complotti o litigavano col mondo. Ho litigato anch’io, è inevitabile, specie quando taluni prendono la pessima abitudine di giudicare gli altri dall’alto di non si sa bene quale autorità morale. Ogni tanto capita ancora, ma non importa.
In effetti non me ne frega nulla. Continuino pure a blaterare, se la cosa li diverte.
Perché in definitiva, penso, l’importante non è il bersaglio, ma la voce. Il messaggio, se volete. La mia voce è ancora bella forte.
La cosa di cui sono fiero, in realtà, e ne sono fiero sul serio, è di essere rimasto indipendente. Di non aver fatto favori a nessuno né di averne chiesti. Questo posto è indipendente, perché è l’unica condizione alla quale può esistere, avere un senso.
Ho collaborato, di tanto in tanto, con le sole persone schiette e sincere che ho incontrato in questi anni. In rapporto di parità, soprattutto senza quel sistema di interscambio, do ut des, che sembra imprescindibile per alcuni (tanti, troppi). Di sicuro ci saranno nuove, future collaborazioni, e ci saranno là fuori altre persone meritevoli, ma non ho avuto il piacere di incontrarle.
Di tanto in tanto, qualche timido lettore si fa avanti, facendosi conoscere. Sono cose belle, anche perché rare.
In conclusione, volevo ringraziare questo posto e voi lettori. E quelli che, in quattro anni, posso chiamare amici. Continueremo.
Un po’ di musica, va.