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La zona morta

Creato il 23 settembre 2013 da Lafirmacangiante
(The dead zone di Stephen King, 1979)
LA ZONA MORTALeggere (o rileggere come in questo caso) un libro di Stephen King è un po' come tornare al primo amore. Insieme ai racconti di Arthur Conan Doyle dedicati all'investigatore più celebre del mondo gli scritti del re del Maine sono tra le prime letture che mi fecero appassionare al fantastico mondo della letteratura. Quindi, prima di tutto, grazie Stephen, te ne devo una, o forse anche qualcuna di più.
Nei miei ricordi ormai sbiaditi questo La zona morta non si collocava tra i libri che mi avevano lasciato i ricordi migliori tra quelli scritti da King. Poi un po' il film, un po' il parere dello Zio (a.k.a. Il Merda che non linko tanto il suo blog è morto e sepolto) mi hanno spinto a mettere il libro nuovamente sul comodino virtuale.
Ne è valsa la pena. La zona morta arriva nel 1979, un'epoca in cui King non aveva ancora sbagliato un colpo. Quattro romanzi uno più bello dell'altro, un'ottima raccolta di racconti e un Richard Bachman in tono lievemente minore ma niente affatto da buttare (1). E' un libro ancora molto valido anche se non all'altezza dei quattro romanzi precedenti, che funge da spartiacque tra i capolavori della prima ora e le opere immediatamente successive partorite dell'autore e caratterizzate da un calo d'ispirazione.
John Smith è un giovane insegnante, innamorato della collega Sarah e con un futuro tutto da scrivere davanti a sè. Però... dopo una serata al Luna Park in compagnia della ragazza, Johnny subirà un grave incidente dal quale uscirà cambiato in maniera irreversibile. Squarci di futuro e inquietanti premonizioni sconvolgono la vita di Johnny che combatterà per arginare questi fenomeni e in alcuni casi per metterli a disposizione della comunità, pagandone le spiacevoli conseguenze.
Nel libro, del quale non voglio svelarvi troppi particolari della trama, ci sono alcune delle caratteristiche che hanno reso la prosa di King così efficace. In primis la descrizione così naturale della provincia americana, tanto accurata e scorrevole da riuscire a teleportare il lettore nei luoghi della vicenda; esemplare la descrizione della serata al Luna Park capace di trasformare la parola scritta in immagini cinematografiche vivide e fluide. E quella sensazione di inquietudine di fronte al paranormale che piomba come un fulmine a ciel sereno nel quotidiano dei protagonisti, quel brivido che si sente dietro il collo quando l'autore di Bangor si adopera per causartelo. Impagabile, così come l'empatia che si crea tra il lettore e i sentimenti provati dai protagonisti. Quale lettore non avrebbe voluto passare quella serata al Luna Park? Finale di serata escluso, s'intende.
Non tutto fila liscio, qualche spiegazione in più riguardo la difficile scelta operata dal protagonista nella parte finale del libro non avrebbe guastato, però il libro rimane comunque su un buon livello regalando anche un finale in fin dei conti riuscito, cosa che con King non bisogna dare sempre per scontata.
Mi chiedo ora come mai mi fosse rimasta in testa un'impressione così poco lusinghiera di questo romanzo.
(1) I quattro romanzi sono Carrie (1974), Le notti di Salem (1975), Shining (1977) e L'ombra dello scorpione (1978), la raccolta di racconti A volte ritornano (1978) e il libro scritto con lo pseudonimo di Richard Bachman è Ossessione (1977).
LA ZONA MORTA

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