Morte a Firenze viene pubblicato da Guanda e con questo romanzo, Marco Vichi, si aggiudica ben tre premi letterari: Scerbanenco, Camaiore, ed Azzeccagarbugli.
Il Commissario Bordelli, fa la sua prima apparizione nel 2002 in una serie di polizieschi ambientati nella Firenze degli anni sessanta, diventando un po’ alla volta uno dei commissari piu’ apprezzati dal grande pubblico di appassionati di letteratura gialla e noir.
Ambientato in estate a Firenze, in periodo in cui, la maggior parte dei fiorentini si sposta sulla spiaggia, Bordelli, che apprezza la solitudine, deve affrontare uno strano caso, un’anziana donna ricca è deceduta, da sola nella sua villa, apparentemente pare si tratti di un decesso avvenuto in seguito ad un attacco d’asma.
Coadiuvato nelle indagini dal fido Piras e dal medico legale Diotevede, al trio si aggiungono Dante il fratello della defunta, una sorta di novello Leonardo che inventa aggeggi utili per risolvere ogni tipo di problematica ed, il cugino Rodrigo , che trascorre il suo tempo a correggere documenti chimica dei suoi studenti delle scuole superiori, ed il Botta che è un ex Galeotto, e nell’edizione speciale del 2011 de Il Nuovo Venuto vi è «Il Vangelo secondo Ennio» (ricette per Bordelli).
La zuppa lombarda
Per la verità i lombardi non sanno neppure di cosa si tratti, poiché il vero nome sarebbe: “La zuppa per i Lombardi”.
Questo piatto lo si fa risalire intorno agli anni 1880 - 1893 durante a costruzione della Faentina,
che venne successivamente aperta nel 1913, una ferrovia che passando per la magnifica valle del Mugello e attraversando con numerossissime gallerie e ponti l’Appennino, dal capoluogo Toscano conduce fino a Faenza in Emilia Romagna.
I minatori lombardi che lavoravano nei pressi di Firenze, alla fine dei turni (estenuanti e lunghissimi, si lavorava nelle gallerie anche dodici ore al giorno ) non trovavano facilmente trattorie aperte o pronte per mangiare e, questo nonostante i pasti fossero fatti di poche e semplici cose; pane e cipolla, baccalà, salumi, un gotto di vino.
E’ una zuppa fatta di fette di pane Toscano, anche raffermo ma arrostito sulla gratella, su cui viene strofinato un po’ di aglio, messo sul fondo di un piatto solitamente nella misura di due fette, si aggiungono sale e pepe edil pane, vi si versa un poco di olio e sopra a tutto e due o tre romaioli di fagioli Cannellini lessati, con il loro brodo bollente
Così i minatori lombardi dell’ottocento avevano un pasto caldo a buon mercato. Il pane era sempre a disposizione, e sul fuoco c’era sempre la fiasca dei fagioli, o la pentola. Sale e pepe non mancavano mai, compreso l’olio.(Oltre tutto ne serviva veramente poco) ed in fine, il tutto annacquato da un gotto di vino, il principe Chianti, non si negava a nessuno…
Fu cosi’ nacque la zuppa lombarda.
La ricetta della Zuppa Lombarda viene preparata dal Botta per l’ispettore Bordelli su richiesta specifica di Diotivede e gli altri suoi ospiti.
Ingredienti
- gr 400 Fagioli cannellini secchi
- qualche di salvia fresca
- 4 spicchi di Aglio
- Salsa di pomodoro
- 2 cucchiai olio extravergine di oliva
- 4 cucchiai di pecorino grattugiato
- Sale e pepe q.b.
Esecuzione:
Cuocete i fagioli, che in precedenza avrete tenuto in ammollo per una notte, in acqua con qualche foglia di salvia, un filo d’olio extravergine di oliva e 2 spicchi di aglio. Regolate di sale a metà cottura ed aggiungete il pepe ed il pomodoro. Tostate e strofinate con aglio il pane tagliato a fettine; disponetelo nelle scodelle dei vostri commensali e versartecii sopra uno o due ramaioli di fagioli con il loro brodo di cottura. Aggiungete solo un filo di olio, sale e pepe se necessario, e servite caldo, spolverizzando con abbondante pecorino grattugiato.