Due quadri di Donatella Zenga che sono l’uno la naturale conseguenza dell’altro.
“14 Giugno 1980” è un tenero bozzetto giocato sul filo delicato della memoria, una pagina di confessione privata, nata dal bisogno di esprimere sentimenti e condividerli. In poche righe efficaci condensa la scena di un matrimonio e, insieme, un’intera vita, trascorsa a fianco dell’uomo che si è “scelto”; non imposto – si badi – non accettato per casualità, ma scelto e voluto con tutta la forza di un amore già maturo al suo primo apparire.
Nel passaggio dal tu all’io della narrazione c’è la distanza fra passato e presente, come se la ragazza di ieri non fosse la donna di oggi.Ma lo specchio rimanda un’immagine che è uguale a quella della foto sul comò, ma l’entusiasmo sui volti radiosi dei due sposi è lo stesso di quel mattino, a conferma che quella scelta di ieri fu buona e giusta.
In “Insonnia d’amore” osserva il proprio uomo nel sonno, l’autrice, in un silenzio complice, denso di emozioni e memorie. Lo guarda, lo scruta, ne riconosce con struggente dolcezza “le piccole rughe agli angoli degli occhi”, ne sente il respiro, ne indaga l’abbandono sereno che placa la sua ansia e la riporta al calore lontano di un pomeriggio di luglio, all’ebbrezza del salmastro sulla pelle, quando la vita era ancora soltanto attesa, sogno, partite di pallavolo, jeans e magliette rosse…
E ritrovando, quasi con sorpresa, le antiche emozioni che ancora, come un tempo, le fanno balzare il cuore, regala a quell’uomo, l’uomo della sua vita, la più tenera dichiarazione d’amore: le aveva “stretto il cuore in mano… e non lo aveva più lasciato”.
Scritto con semplicità ed immediatezza, questo breve racconto ha il pregio di condensare in poche righe, una vita, un amore, una storia.
Patrizia Poli e Ida Verrei
Trovate il racconto nell’archivio del Laboratorio di Narrativa.