“Il colore del bene” di Edvige Sordillo è la storia di “due mondi diversi” che “spartivano un piccolo spazio d’intersezione”. Febo e Sirio, appartenenti a opposte fazioni politiche, ma irriducibili amici. E sarà proprio lo spazio d’intersezione a segnare lo scambio, il destino, il finale tragico.
Storia di un’amicizia senza tempo, di quell’amore tenero ed esclusivo che solo nella prima gioventù può cementarsi, è un delicato racconto che indugia, con linguaggio poetico, sulle immagini della memoria fisica e psicologia dei due personaggi, gli amici, tanto diversi tra loro, eppure tanto avvinti da un legame di solidarietà che ha radici antiche: nei teneri ricordi dell’infanzia, nel “dono” della merenda scolastica, metafora di un nutrimento d’amore. Vivono in simbiosi Sirio e Febo, si scambiano sogni e confidenze, in una crescita che diviene arricchimento reciproco. Ideologie, scelte di militanze diverse, non interrompono la salda amicizia, ma è proprio l’immedesimarsi l’uno nell’altro, che porterà ad uno scambio di persona e ad un finale tragico.
E il finale non è solo la drammaturgia di due morti premature, inattese e crudeli, è il pianto di una separazione, dell’interruzione di progetti di vita, l’inesorabilità di un unico destino, ma è anche la continuità dei sentimenti oltre il tempo, è il “colore del Bene”…
Torna qui il linguaggio sorprendente di Edvige Sordillo, il suo periodare ritmato e cadenzato, il suo linguaggio dannunziano usato per descrivere oggetti e modi di vita di oggi.
Patrizia Poli e Ida Verrei
Per leggere il racconto
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