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Laboratorio di Narrativa: Luca Lapi

Creato il 12 ottobre 2011 da Patrizia Poli @tartina

 

Come in “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, “Felice, di nome, di fatto”, di Luca Lapi, ha una struttura circolare, da incipit a incipit, con finale soppresso e, pur nella sua fulmineità, offre spunti metanarrativi.

In breve spazio sono toccati i temi, cari a Lapi, del rapporto col divino, del senso della vita, trattati però con umorismo nero e spiazzante, tutto basato sui giochi di parole. Luca Lapi si avventura in una sorta di gioco linguistico - narrativo, ingenuo e delicato; - il “nome”- quasi una promessa compensatoria della vita in sé.

“Il destino nel nome” è dai tempi più remoti una credenza diffusa, soprattutto nelle civiltà orientali. Ed è anche il titolo di un romanzo e del recente, fortunato film di Mira Nair, regista indiana. Nel linguaggio semitico il nome evoca l’essenza della persona e il suo percorso di vita. È il concetto biblico che “il nome sia la persona stessa”.

Il fraseggio ritmato dalla punteggiatura che ha quasi valore metrico, e il ripetersi ossessivo di alcuni termini, sono più tipici della poesia che della prosa.

Patrizia Poli e Ida Verrei

Felice, di nome, di fatto

Ho conosciuto un bambino, felice di vivere perché… il suo nome era, proprio, Felice.

È raro in un essere umano che nome scelto dai genitori e modo d’approccio alla vita coincidano in modo così fuori dal comune.

Le cose andavano, proprio, in questo modo, per Felice.

Era un bambino, veramente, innamorato della vita.

Le sue origini presentavano, tuttavia, un aspetto inquietante.

La madre, che si chiamava Gioia, morì due giorni dopo avere dato alla luce Felice.

Le rimase, dopo avere dato alla luce Felice, soltanto, il tempo d’elevare questa preghiera al Signore: “Tu m’hai dato la gioia di vivere e di diventare madre; consegno, oggi, la mia vita nelle Tue mani ed affido mio figlio alla Tua protezione. Fa’ che sia, sempre, davvero, felice e che conosca, davvero, un giorno, la gioia della vita!”

Fu così che il Signore esaudì la preghiera di Gioia e confidò, un giorno, a Felice il segreto di Gioia, sua madre.

Felice fu, da allora in poi, un bambino felice di vivere perché…

Luca Lapi

 

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