Racconti sempre speciali quelli di Luca Lapi, che rispecchiano un vissuto personale in salita e un’anima ipersensibile. Anche “Gina in terza primaria “ non fa eccezione, a partire dalla buona sonorità del titolo.
Il senso del racconto, forse, sta tutto in quel “Gina lo dice”. Gina, la protagonista bambina, dice quello che pensa - quello che Luca Lapi, spesso voce della verità, pensa - laddove, invece, gli altri tacciono. Ma il tema principale è senz’altro la libertà, di volare, di non essere imbrigliati in una “traccia”, nel carcere di un “quadretto”, in una vita che non è quella sognata. La chiave della libertà, riflette Gina, è la fantasia. Gina parla con il Tema invece di scriverlo, colloquia con lui, si fa essa stessa tema, e il tema, a sua volta, diventa Luca.
La libertà è anche svincolo dall’orgoglio. “Prima ti faceva male perché eri orgoglioso, oggi che ti sei liberato del peso di questo tuo orgoglio che ti opprimeva puoi riderci e sorriderci senza perdere di vista i valori più importanti, anzi, i soli che possano esserlo!”
E tuttavia, con la punteggiatura meticolosa, asfissiante, ritmica, con il fraseggio spezzato e singhiozzante, con i giochi di parole puntigliosi, con le maiuscole, Luca Lapi contraddice le sue aspirazioni, costringendosi in rituali ossessivi e minuziosi, imbrigliando quella stessa libertà cui agogna.
Patrizia Poli
GINA IN TERZA PRIMARIA
Gina è una bambina.
Frequenta la Terza Elementare.
Mi correggo: frequenta la Terza Primaria.
E’ così che si dice, adesso.
E’ giorno di Compito in Classe, oggi.
E’ un Tema Libero.
“Oh! Che bella cosa è il Tema Libero! Mi sarei sentita prigioniera, altrimenti, con un Tema a Traccia! Ne avrei lasciate da tutte le parti! Qualunque individuo, amico e/o non, m’avrebbe, facilmente, pedinata, raggiungendo la mèta, cioè, la sottoscritta!”
Gina lo dice.
E’, però, un po’ ciò che pensa chiunque sia in classe con lei.
Lo pensano, ma non lo dicono.
Non ne hanno il coraggio.
Gina ne è sicura.
Tiene, però, questa sicurezza dentro di sé.
E’ introversa e non comunica, facilmente, con chicchessia.
Le viene consegnato un foglio di protocollo, a righe, per lo Svolgimento del Tema.
Dice, subito, Gina, con stupore:”Ma che cosa curiosa è mai questa! Ho il compito di svolgere un Tema Libero, ma, mentre lo starò scrivendo, mi sembrerà di costringerlo a fargli indossare una divisa a righe come quella di qualunque carcerato. Non oso pensare, poi, a quando mi verrà consegnato un foglio a quadretti per il Compito in Classe di Matematica! Poveri numeri! Mi parrà di cacciarli tutti in prigione, in quei quadretti, talvolta, più piccoli, talvolta, più grandi, ma sempre di quadretti si tratta!”
Gina inizia lo Svolgimento del suo Tema Libero.
Lo fa sotto forma di Lettera al Tema Libero.
“Caro Tema Libero. Tu non lo sei. Voglio, perciò, liberarti. M’aiuterà, in questa missione di cui mi sono fatto carico, la mia fantasia. Sarà lei a farti raggiungere la mèta. La vedi già, lontana, all’orizzonte. Inizia a camminare, anzi, a volare. La fantasia mette, infatti, sempre, le ali a coloro che intendono (come te, caro Tema Libero) liberarsi, anzi, librarsi nell’aria della libertà. Respiravi, quotidianamente, un’ora d’aria quando eri carcerato. Sei libero, però, adesso, di respirare a pieni polmoni, ventiquattr’ore su ventiquattro. Nessuno potrà, mai, impedirtelo. Te lo garantisco! Vale, veramente, la pena provare! Stai attento, soltanto, a non beccarti una polmonite! Non parrebbe il vero, ai tuoi avversari, che ciò t’accadesse. Non avere paura dei loro sguardi minacciosi di conservatori! Ti guarderanno! Continueranno a farlo, ma non potranno fare nient’altro contro di te! Non preoccuparti se ti assegneranno un’insufficienza! Non sono altro che dei gran conversatori! Non riusciranno mai a convertirti alle loro idee! Hai forza sufficiente per reagire e volare oltre i giudizi negativi che si ritorceranno contro di loro! Potrai guardarli dall’alto in basso, ridere e sorridere! Ridere e sorridere potrà sembrarti un modo per distogliere la tua attenzione da ciò che conta di più nella vita! E’, tuttavia, anche un modo per potere capire che ciò che, prima, ti faceva male perché eri orgoglioso, oggi che ti sei liberato del peso di questo tuo orgoglio che ti opprimeva puoi riderci e sorriderci senza perdere di vista i valori più importanti, anzi, i soli che possano esserlo! Va’ avanti, Libero, caro Tema! Non temere di svolgere le tue funzioni educative, istruttive e non distruttive! D’una cosa sola ti prego: va’, lentamente, altrimenti rischieresti d’andare fuori! Rimani dentro! Fa freddo, fuori! Non troveresti altro che gente pronta ad aggredire te e la tua bella libertà d’espressione!
Luca Lapi