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Laboratorio di Narrativa: Luisa Sordillo

Creato il 26 ottobre 2011 da Patrizia Poli @tartina

 

“La coda, oscurato il sole, era come una foglia d’autunno, migrante e spaesata.”

Poetico senza strafare, tristissimo, commovente, “Una fredda giornata d’inverno” di Luisa Sordillo, ti graffia dentro, ti fa male a leggerlo.

La “mano caina” di chi non ha cuore, ma solo “un ignobile muscolo”, ha spezzato la vita di una creatura gentile.  Chicca rimane bloccata, spaurita, trafitta da un destino inaspettato e crudele.  Ci vuole coraggio ad affrontare questo dolore, narrandolo, nella speranza, purtroppo vana, che non accada mai più.

Storia di un grande amore, è la memoria struggente di un legame interrotto.  Se si è avuta la sorte di incontrare un piccolo essere, un dolce animale dagli occhi “senza orizzonte”, le tracce del suo passaggio non ti abbandonano più, anche quando diventano solo frammenti di ricordo. Luisa Sordillo riesce a costruire immagini che scavano l’animo, sin dalla prima dolorosa descrizione dell’ultimo guaito della cagnolina “pancia all’aria, a ricercar la stella infausta”… E l’angoscia, per contrasto, riporta ai momenti di gioia, “con i rituali frenetici” del giornaliero ritrovarsi, con la “tiepida e svelta leccata sulla mano”, a quel tacito parlarsi, che è promessa d’amore eterno.

Tenero e delicato racconto, dove la pena per la perdita e per l’assenza si avverte non solo dalle dolenti parole, ma anche dal ritmo della narrazione, talvolta spezzato, quasi a trattenere il singhiozzo di un dolore mai spento.

 

Patrizia Poli e Ida Verrei

 

Per leggere il racconto

 

http://it-it.facebook.com/#!/groups/169307813081701/

http://www.facebook.com/poli.verrei.laboratorio.narrativa

 

 


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