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Laboratorio di Narrativa: Maria Lidia Petrulli

Creato il 30 settembre 2011 da Patrizia Poli @tartina

L’amore saffico, “l’amore che non osa pronunciare il proprio nome”, come diceva Oscar Wilde, è il tema centrale del breve, ma intenso, “Processo e giustizia” di Maria Lidia Petrulli. L’amore vissuto, perseguitato, “punito” nel modo più estremo.

Il racconto si basa tutto su un gesto di generosità.  L’atto sessuale fra due donne torturate, e in procinto di essere bruciate come streghe - due donne la cui unica colpa è esser belle e amarsi fra loro – non è fuori luogo come, ad una prima superficiale lettura, potrebbe apparire - ma diventa simbolo di estremo dono di sé, di amore sublime e perciò purissimo.

Piccolo squarcio di Medioevo, un quadro immaginato, disegnato con tinte di forte sensualità, ma anche di triste e dolente malinconia, dove il realismo delle descrizioni si stempera in emozioni espresse attraverso una prosa dal forte potere evocativo di cupe atmosfere: prigioni, catene, il Grande Inquisitore, torture, il rogo… E, al centro, loro, due corpi martoriati ma palpitanti d’amore, due anime fuse, un unico destino.

Perenne condizione della “diversità” figlia del maligno… ma “il cuore più putrido è quello dei prelati”…

Patrizia Poli e Ida Verrei

Trovate il racconto nell’archivio del Laboratorio di Narrativa.

http://www.facebook.com/groups/169307813081701/

 


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