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Era il primo luglio scorso, e il quotidiano la Repubblica riportava l'intenzione del governo di portare a tre le aliquote Irpef - 20, 30 e 40% - dalle cinque attuali. Le dimensioni del nostro debito pubblico in rapporto al Pil e la situazione pre-fallimentare del bilancio della Grecia con gli annessi rischi di contagio erano noti già da tempo, ma i nostri governanti sembravano fare orecchie da mercante, nella speranza di raggiungere la meta delle elezioni del 2013 senza mettere "le mani nelle tasche degli italiani". Un mese e mezzo dopo sembra passata un'era glaciale da quel 1° luglio, con il diktat della Bce e la tenaglia Merkel-Sarkozy sul nostro paese, per l'incapacità manifesta di Silvio & Giulio nel reggere le sorti della nostra economia. Qualcuno si attendeva uno scatto d'orgoglio dell'esecutivo, qualcun altro (i soliti illusi, mi rendo conto) la presa d'atto del proprio fallimento. La risposta del governo sta tutta in quella frase di Silvio: "il mio cuore gronda sangue" per aver previsto il cosiddetto "contributo di solidarietà" per i redditi superiori a novantamila euro: in realtà si tratta di una misura a carattere temporaneo (durerà tre anni), deducibile dal reddito e che interesserà circa cinquecentomila cittadini con un gettito previsto di un miliardo di euro. In questo modo i possessori di grandi patrimoni e gli evasori fiscali (l'abbassamento a 2500 euro per la tracciabilità dei pagamenti è l'equivalente di un solletico per le casse dello Stato) possono continuare a dormire sonni tranquilli...davvero non c'è limite all'ipocrisia.
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