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Lacrime e risate

Creato il 16 giugno 2013 da Af68 @AntonioFalcone1

yuyuyu“Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo.

Tu che proteggi uomini, animali e baracconi, tu che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni, tu che ogni sera presti agli acrobati le ali degli angeli, fa’ che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane ed applausi.

Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni, se qualche disgrazia dovesse accaderci, fa’ che avvenga dopo lo spettacolo e, in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini.

Tu che permetti ai nani e ai giganti di essere ugualmente felici, tu che sei la vera, l’unica rete dei nostri pericolosi esercizi, fa’ che in nessun momento della nostra vita venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore.

Guardaci dalle unghie delle nostre donne, che da quelle delle tigri ci guardiamo noi, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici.

Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un po’ perché essi non sanno, un po’ per amor Tuo, e un po’ perché hanno pagato il biglietto.

Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.

C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri”.
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La preghiera del clown Tottons (Totò) nel film Il più comico spettacolo del mondo, ’53, per la regia di Mario Mattoli. Riuscita parodia de Il più grande spettacolo del mondo (The Greatest Show on Hearth, ’52, Cecil B.DeMille), si ricorda anche come il primo film italiano girato in tre dimensioni (vi è un precedente del ‘36, Nozze vagabonde, diretto da Guido Brignone, di cui venne però distribuita solo la copia in 2d) con una tecnica di ripresa brevettata da Carlo Ponti e Dino de Laurentiis, definita Podelvision, dalle iniziali dei loro cognomi: venivano impiegate più macchine da presa contemporaneamente e poi si stampavano due copie di pellicole identiche, una per l’occhio sinistro ed una per il destro. Nel 2011, alla VI Edizione del Festival Internazionale del Film di Roma ne è stata presentata la versione restaurata da Cinecittà.


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