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Il nuovo album dei Lacrimosa, come suggerisce il titolo, è effettivamente una (piccola) rivoluzione per il duo elvetico-finlandese; non che Tilo Wolff e Anne Nurmi abbiano abbandonato le atmosfere oscure, i riferimenti classici e le magniloquenti sinfonie che, da sempre, caratterizzano ogni loro lavoro, ma in questo "Revolution" non mancano le novità, e sono tutte abbastanza rilevanti. Innanzitutto il nuovo disco è più duro e heavy rispetto al passato, forse anche grazie alla presenza dell'amico Mille Petrozza dei Kreator alle chitarre in quasi tutte le tracce, o del batterista Stefan Schwarzmann (Accept, Helloween, Krokus), ma sono anche altre le novità di Revolution che rendono il disco il più diretto e accessibile mai composto dalla band.La parte orchestrale è affidata alla Spielmann-Schnyder Philarmonie ed è, come ci si poteva aspettare, magnifica e maestosa, ma le viene riservato uno spazio meno predominante rispetto al passato. Tilo Wolff si occupa, come al solito, delle voci, piano, basso, fiati, chitarre e programmi; Anne Nurmi delle tastiere, cori e voce, anche se in questo nuovo lavoro gli spazi destinati alle sue corde vocali sono stati leggermente ridotti. Completano la squadra di musicisti Arturo Garcia e Manne Uhlig alla batteria in alcune tracce, JP Genkel e Henrik Flyman alle chitarre e Christina Grabka al violino.
01.Irgendein Arsch Ist Immer Unterwegs - 5:00Il sipario si apre nel migliore dei modi con questo brano che comincia con romantiche note di pianoforte e archi che accompagnano l'ascoltatore sino all'ingresso in scena, prima dell'orchestra intera e del tema conduttore dell'album, poi delle chitarrone metal di Petrozza e dello stesso Wolff. La canzone cambia pelle più volte con l'alternarsi di passaggi pesanti e atmosfere teatrali ed epiche.
02.If The World Stood Still A Day - 3:15Con questo brano, uno dei migliori della scaletta, iniziano le sorprese di un certo rilievo: comincia con la splendida voce di Anne Nurmi che si distende su un tappeto di percussioni tribali al confine con il pagan/folk metal per poi rivelarsi un eccellente gothic metal tirato e moderno.
03.Verloren - 7:29Con la terza traccia si ritorna al cantato in lingua tedesca ad opera di Wolff. Il brano è caratterizzato da un'ossatura metal, potente e trascinante, con alcuni ritocchi prossimi all'industrial metal e dei piacevoli inserti sinfonici a dare una pennellata di malinconia.
04.This Is The Night - 5:29Un altro pezzo decisamente atipico per i Lacrimosa: l'attacco ricorda qualcosa dei Queen che cantano a cappella, poi si evolve in un interessante cabaret-rock, teatrale e intenso, con l'orchestra che dona un tocco malinconico e le chitarre pesanti che creano un piacevole contrasto.
05.Interlude - Feuerzeug (part 1) - 0:46Malinconiche note di piano che introducono la traccia successiva...
06.Feuerzeug (part 2) - 4:41Uno dei pezzi forti dell'album: bellissima e trascinante. Cresce dalla fonte delle ultime note di piano classico e decolla in un originale e meravigliosa cavalcata rock-metal, ricamata da un piano che diventa quasi rock'n'roll.
07.Refugium - 4:42In questa canzone orchestra e chitarre spariscono e restano soli Tilo Wolff e la Nurmi. Refugium è lenta, sofferta, malinconica e oscura. La voce di Wolff si adagia sui tasti del pianoforte e offre una delle migliori e più intense interpretazioni del disco.
08.Weil Du Hilfe Brauchst - 6:01L'ottava traccia si apre con un arpeggio darkwave, si muove lenta ed evocativa per poi crescere e acquisire spessore con il trascorrere dei minuti con chitarroni pesanti e l'eccellente lavoro alle tastiere di Anne Nurmi.
09.Rote Sinfonie - 11:03Questa lunga suite di metal sinfonico riporta un po' indietro l'orologio verso i vecchi lavori della band. Negli oltre 11 minuti della sinfonia rossa si alternano potenti parti heavy e atmosfere cinematografiche disegnate dall'orchestra, in alcuni passaggi struggenti e malinconiche, in altri epiche e solenni. Una traccia difficile; di certo poco adatta a chi non vive a pane e Lacrimosa, ma si tratta di un'autentica meraviglia.
10.Revolution - 5:23Chiude il disco nel migliore dei modi possibile la title track: potente e minaccioso metal, malvagio e trascinante, molto vicino a certe tentazioni industrial. Qui la chitarra di Petrozza non fa prigionieri e le spezie sparse qua e la da Tilo Wolff la rendono ancora più stuzzicante.
Hall of Sermon - 2012
voto: 9
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