Anche mentre leggete queste parole, si sta formando nuovo spazio, dal momento che l'universo continua a espandersi, anche adesso. La "speranza" è parte di questo universo dinamico; è proprio "nuovo spazio" che si crea, nuove configurazioni, sempre nuovi inizi dell'esistenza e della vita umana. Parliamo della "speranza", non delle mutevoli e caduche "speranze" quotidiane. Parliamo della speranza come orizzonte di possibilità di una esistenza nuova e finalmente conciliata con se stessa. Parliamo di convivenza umana degna di questo nome. Parliamo di quella "speranza" che, secondo Ernst Bloch, costituisce una sorta di "filo" rosso, e caldo, nella storia; quello che sostiene e motiva, nel profondo, spesso in modo inconsapevole, tutti gli sforzi e le aspirazioni umane. Quel filo che diventa consapevole, talora, nei grandi ideali, immaginati dal pensiero umano. Quel filo che spinge gli individui e le società umane a ricominciare sempre di nuovo il loro cammino, nonostante tutto. Quella forma di energia vitale che costringe, quasi, a sentire sempre possibile un nuovo inizio. Perciò la speranza è sempre "rivoluzionaria", anche quando rimane solo una "magnifica illusione"! Per questo, i ladri di speranza sono ladri di vita, distruttori di vita, e non soltanto di futuro! Ebbene i ladri di speranza sono stati, sempre, anch'essi, una costante nella storia delle società umane, senz'altro di quelle organizzate e di quelle gerarchizzate. In quelle società, in cui, gruppi dominanti predatori, imponevano, o militarmente o "politicamente", il loro controllo del territorio e delle risorse, la speranza era espulsa perché oggettivamente sovversiva! In cambio di "speranza", ai popoli, erano offerti scampoli di "futuro", molto più innocui! Perché, mentre la “speranza”, di per sé, ha a che fare con la questione dei fini, dei modelli di società, e quindi con l'eventualità di cambiamenti radicali, nell'organizzazione sociale, nella distribuzione delle risorse e del potere, il "futuro" coesiste, molto bene, con qualunque tipo di organizzazione sociale, anche con quelli più autoritari o diseguali. Il futuro è sempre, secondo un'espressione, ai nostri tempi molto di moda, il "futuro possibile"! La “speranza”, invece, non ha aggettivi. La speranza ha a che fare con il senso, con la libertàe quindi con la possibilità di poter dare "inizio" a qualcosa di nuovo, sempre! Con la possibilità umana di "creare" e di ri-crearsi! Non per nulla, per Kant, “cosa posso sperare”è la più complessa e decisiva delle domande degli umani! Se privi un uomo di speranza lo privi della propria libertà, lo privi della possibilità di inventarsi, della possibilità di immaginare, della possibilità di essere, di "salvarsi"! Sono esistite società violente, in cui i crudi rapporti di forza impedivano qualunque pensiero o movimento contrario agli assetti esistenti. Sono esistite società“assolutistiche”, in cui la speranza era espulsa da questa terra, perché, allora, era impossibile e pericoloso immaginare un modello sociale e una esistenza diversa. Ci sono state società in cui - magari senza terrore - una pedagogia della paura frenava anche chi aveva poco da perdere, dal tentare di cambiare lo stato delle cose. La minaccia, vera o presunta, era il caos possibile e oscuro! Ma, in ognuna di quelle società, nonostante tutto, la speranza riusciva talora a farsi evento, e periodicamente, quasi come un dinamismo biologico, si materializzava in esplosioni incontrollabili, che, sia quando raggiungevano i loro scopi, sia quando si chiudevano con fallimenti, testimoniavano, alla coscienza comune, che un altro mondo e un'altra vita erano, almeno, immaginabili. Nelle nostre società avanzate, di tipo occidentale, aperte, liberali e democratiche, invece, i ladri di speranza non hanno bisogno né della violenza né del terrore, né di una rozza e sistematica pedagogia della paura, e talvolta neanche di forza o di potere, ma di tecniche più raffinate, diffuse, e, a quanto sembra, più efficaci! Oggi, ladri di speranza sono coloro per i quali il mondo è, sempre, il migliore dei mondi possibili, e di cui non sanno portare alla luce le contraddizioni, per sé, ma soprattutto per gli altri. Oggi, ladri di speranza sono anche quelli, per i quali, l'esistente è sempre il peggiore dei mondi possibili, incapaci, a loro volta, di coglierne la complessità e di scoprire l’indubbia presenza di fattori ed elementi di sviluppo e di crescita, da promuovere. Oggi, ladri di speranza sono tutti coloro che promettono la palingenesi del mondo, ma per i tempi futuri, incapaci però di costruire percorsi praticabili - adesso - di salvezza, di sopravvivenza, e di riscatto quotidiano, per tutti. Oggi, ladri di speranza sono quelli che amano speculare sul "negativo" e trafficare sui "rifiuti". Quelli la cui identità sembra aver bisogno della malvagità degli altri e di un mondo sempre più in mano alle “potenze del male”, per legittimarsi. Oggi, ladri di speranza sono coloro che mascherano la condanna alla sofferenza e alla disperazione, per molti, ma anche le loro posizioni di privilegio e di potere, con il candore ipocrita delle cifre e la presunta oggettività delle analisi scientifiche.
Oggi, infine, ladri di speranza sono anche gli entusiasti depositari di “ricette per le osterie dell’avvenire” o di prefabbricati "paradisi", nei quali si rifugiano volentieri, incapaci tuttavia di attenzione, di compassione, e di cura paziente per questa terra, così com'è, la nostra terra!
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