Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
In questi giorni si fa un gran parlare su giornali e TV di evasione fiscale, di quanto costa al paese, alla comunità tutta. Soprattutto ai meno abbienti che, come al solito, pagano per tutti. Proprio una di queste sere, a cena con amici toccati anch’essi in maniera più o meno pesante dalla crisi, è saltato fuori lo stesso argomento di discussione. Che però ben presto ha portato alla luce una amara constatazione. Buona parte degli amici abitavano, posteggiavano o lavoravano in alloggi, garages o magazzini affittati in nero. Parzialmente o completamente. Da anni. Alcuni da decenni. Altrettanto amaramente sono usciti anche i nomi dei “locatari”. Nomi importanti, nomi in vista, di imprenditori, di commercianti che privi di ogni minimo scrupolo ritengono che il gioco valga la candela data l’esiguità delle sanzioni, la bassa probabilità di essere scoperti e il bisogno degli affittuari. Nel frattempo questi ladri e delinquenti (bisogna chiamarli con il loro nome) continuano a sottrarre enormi somme di denaro all’occhio del fisco e quindi risorse a tutta la comunità che continua, più o meno ignara, a pagare le tasse al posto loro. Purtroppo l’entità delle sanzioni previste per l’inquilino, magari già in difficoltà per colpa della crisi, fungono da deterrente contro un’eventuale denuncia. Ma la domanda è un’altra. Nei casi specifici emersi durante la cena, si parlava di decine e decine di alloggi e di garages, di interi condomini. Di vere e proprie situazioni alla “Girardini” per intenderci, apparentemente di dominio pubblico ma altrettanto apparentemente ignorate dalle istituzioni che dovrebbero vigilare. Come è possibile un tale disprezzo, che non si tenta nemmeno di dissimulare, per le leggi e per le regole? Migliorare la politica è senz’altro un’intenzione meritoria ma che non può prescindere da una forte opera di moralizzazione dell’intera società che tollera e a volte persino giustifica pessimi esempi come quelli sopra citati.